domenica 8 maggio 2011

Veglia per i gay, la lettera di un missionario in Bangladesh alla Curia di Palermo: "Bisogna stare vicini anche a loro"

P. Giuà, missionario in Bangladesh
Pubblichiamo una lettera di padre Giuà, missionario saveriano in Bangladesh, sulla veglia di preghiera per le vittime dell’omofobia. In vari modi, in vari momenti e tempi storici e anche nel nostro tempo la Chiesa viene definita come madre che sa ascoltare i propri figli/e, educare e sostenerli in un cammino che li porti al raggiungimento di una vita in pienezza. Sovente, invece, cade nel rischio di un atteggiamento da giudice che, invece di accogliere, allontana e tiene lontano chi invece desidera fare un cammino di ricerca e chiede un aiuto, una mano perché possa sentirsi ancora persona e non un essere da tenere lontano perché appestato chissà da quale malattia. La decisione presa della Curia palermitana si è basata sul numero 17 del documento sulla cura pastorale degli omosessuali. Rileggendo il numero, la Curia ha messo in evidenza solo la parte finale dimenticandosi di ciò che viene prima: «i Vescovi si premureranno di sostenere con i mezzi a loro disposizione lo sviluppo di forme specializzate di cura pastorale per persone omosessuali». Si parla in modo preciso di forme specializzate di cura pastorale, ma dall’articolo mi sembra che questo gruppo di persone sia seguito da alcuni anni da alcuni sacerdoti e religiosi che affiancano questi fratelli in un cammino di ricerca personale. A questo punto pongo una domanda: se la Curia palermitana ha impedito questa veglia di preghiera, allora - mi chiedo - i sacerdoti e i religiosi che seguono questo gruppo hanno l’appoggio, il sostegno della Curia palermitana, direi di più della Chiesa palermitana? Dalla decisione presa mi sembra che ci siano delle cose non chiare. Invece di impedire una veglia, la Curia palermitana, dove è stata? Il vescovo in questi anni di cammino ha mai incontrato queste persone? Se le ha incontrate, allora, perché impedire loro di incontrarsi per pregare? Se non le ha incontrate sarebbe stata una buona occasione per rivolgere loro una parola di consolazione, di sollievo e di pace. Il numero 17 dice ancora di più: «promuovere appropriati programmi di catechesi... Questa catechesi potrà aiutare anche quelle famiglie, in cui si trovano persone omosessuali, nell’affrontare un problema che le tocca così profondamente». Si specificano appropriati programmi di catechesi per aiutare le famiglie in cui si trovano persone omosessuali... la Chiesa palermitana ha promosso questo tipo di percorso? È stata vicina alle famiglie con queste problematiche? Ha cercato di vivere questa empatia con le famiglie, cercando di mettersi nei loro panni, nella loro situazione? Gesù ha avuto sempre uno sguardo misericordioso portando la persona a rialzarsi, ridonando alla persona la sua dignità umana. Personalmente, una veglia di preghiera non avrebbe dato adito a nessun malinteso o scandalo, non si è avuto il coraggio di osare, di fare un gesto profetico. Ancora una volta ci si è comportati come gli scribi e i farisei, è prevalsa la legge che condanna ma non redime lasciando la persona sola nella sua realtà, puntandogli il dito invece di mostrargli la mano per aiutarsi a sollevare. Inoltre, se si legge il manifesto della veglia si capisce bene per chi si vuole pregare: per le vittime dell’omofobia. Allora, penso che non sia un peccato pregare per le vittime come gesto di solidarietà umana e di fratellanza cristiana. La Chiesa non si rende conto che ci sono molti cattolici omosessuali che vivono quasi nascosti con la paura di essere giudicati, forse anche cacciati via dalla Chiesa perché per loro non c’è posto. Questi fratelli e sorelle chiedono di essere ascoltati, accolti e amati. Se la Curia palermitana non riteneva idonea la data, in quanto corrispondeva al Palermo Pride, poteva chiedere di spostarla. Invece, forse pregheranno in piazza davanti alla chiesa di Santa Lucia, forse perché questa Santa faccia aprire di più gli occhi su questa realtà.
In Cristo
Shanti
P. Giuà, Missionario Saveriano in Bangladesh
sxgiuda@yahoo.it

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