martedì 17 maggio 2011

Operazione «Salus iniqua». Sgarbi: «E’ una macchina del fango. Salemi con me “libera et immunis»

«Giammarinaro mai alle mie giunte. Si fanno riemergere i fantasmi del passato per affermare l’opposto del vero. Quella di Salemi è stata ed è  una grande rivoluzione, contrastata, com’era prevedibile, più dalla facile retorica dell’Antimafia che dalla effettiva capacità di condizionamento di Giammarinaro, pari a zero»
SALEMI  Vittorio Sgarbi interviene sulle ricostruzioni investigative risultanti dall’operazione «Salus iniqua»: «La recente operazione di sequestro dei beni disposta nei confronti di Pino Giammarinaro corona una indagine iniziata da lontano che ha accompagnato l’esistenza politica dell’esponente di una stagione democristiana sconvolta dalla fine dei partiti e dalla loro trasformazione; un’aurea sulfurea che si è tentato di usare e si userà per mettere in discussione e ostacolare qualunque processo democratico e di rinnovamento in Sicilia.
 Troppo comodo evocare i fantasmi del passato di fronte a una impresa così vasta e difficile, quella di Salemi, cui ha contribuito anche Oliviero Toscani, il quale, senza avere avuto mai alcuno impedimento, ha trovato suggestiva la via d’uscita di attribuire alla mafia e a Giammarinaro difficoltà di burocrazia, di inerzia, di consuetudini amministrative clientelari.
Arrivato alla fine della sua carriera politica, Giammarinaro ebbe l’intuizione di chiedere a me di candidarmi a sindaco, e raccolse i voti di un’area politica tradizionale legata alla cultura politica ormai inesistente, quella democristiana, insieme a quelli di cittadini desiderosi di un cambiamento che c’è stato. E potente. E non poteva esserci senza l’organizzazione delle storiche tradizioni di partiti confluiti, da Andreotti e Mannino, nell’Udc.  Ma nessuno poteva costruire una nuova amministrazione e una immagine positiva della città liberandola da un passato imbarazzante e ininfluente che l’aveva condannata a una mortificazione ingiusta.
Oggi si si ritenta di nuovo, si fanno riemergere i fantasmi del passato per affermare l’opposto del vero. Perché Pino Giammarinaro non ha mai avuto alcun ruolo attivo, né politico né amministrativo, sul Comune di Salemi, altro che quello consentito dalla maggioranza di consiglieri che, in suo nome e con la sua organizzazione politica, furono eletti in consiglio comunale. La democrazia è anche questo. E può consentire a un sindaco eletto come me, che non abbia alcun consigliere, di nominare, in nome di una rivoluzione amministrativa, soltanto assessori senza ruolo e orientamenti politici. Anche quelli indicati per legge tra il primo e il secondo turno erano personalità estranee alla politica attiva, tecnici, e di orientamento politico diverso da quello di Giammarinaro pur nella vasta area moderata.
Ma quali condizionamenti poteva porre Giammarinaro a chi, con assoluta autonomia, fin dall’inizio aveva portato a Salemi persone che non vi erano mai passate,  come Oliviero Toscani, Peter Glidwell, Graziano Cecchini, BernardoTortorici, in un continuo braccio di ferro, peraltro facilissimio da vincere,  con i tentativi di riconoscimento dei risultati politici democraticammete conseguiti da parte di Giammarinaro ?
Mille polemiche, accese discussioni, contrasti, fino allo sfregio di nominare un Vice Sindaco autonomo e ostile a Giammarinaro, Antonella Favuzza,  e assessore un esponente candidata nelle liste del Partito Democratico, Antonina Grillo.

Io ho vissuto queste contraddizioni con difficili riflessioni, ma senza rinunciare per un attimo ad assumere decisioni per la grandezza della città nella prospettiva dell’anniversario del 150° dell’Unità d’Italia di cui Salemi fu Prima Capitale.

E’ stata una grande rivoluzione, contrastata, com’era prevedibile, più dalla facile retorica dell’Antimafia che dalla effettiva capacità di condizionamento di Giammarinaro, pari a zero. Con effetti anche grotteschi, di continue fibrillazioni nella sua maggioranza, spesso indirizzata contro di me, ma anch’essa travolta dalla contraddizione tra il desiderio del nuovo e la sua pur naturale origine elettiva.
Io ho governato, senza avere una maggioranza, nella sfida a tutti nota: o con me o con Giammarinaro. E  tra le prime persone che, come tutti sanno (fino a rompere anche i rapporti personali) che mi sono state e mi sono vicine, c’è l’Addetto Stampa Nino Ippolito, di cui l’antica amicizia con Giammarinaro leggo che viene adesso usata per una infame insinuazione priva di ogni fondamento.
Pur eletto anche con i suoi voti, non ho mai concesso nulla a Giammarinaro e non ho mai avuto pressioni, e neanche accettato consigli. Analoga condizione, seppure eletta con i suoi voti, ha vissuto il presidente del Consiglio Giusy Asaro, muovendosi in continui tentativi di fronda alla stessa maggioranza.
Io sono stato pesantemente minacciato dalla mafia, e non ho ovviamemnte pensato all’impotente Giammarinaro.
Il Vice Sindaco Antonella Favuzza ha denunciato per prima i tentativi di condizionamento che oggi si leggono nella facile e suggestiva ricostruzione delle vicende di Giammarinaro.  Non occorrevano indagini, bastava guardare i meccanismi della democrazia che avevano fatto conseguire, alla parte politica organizzata da Giammarinaro, la maggioranza.
Può la maggioranza chiedere e ottenere alcuni risultati ? Può il referente politico di quella maggioranza avere legittime e democratiche aspettative ? Questo è accaduto attraveso la manifestazione di legittime intenzioni tutte sistematicamente frustrate.
Da qui è uscita la nuova stagione di Salemi attraverso la mia forza personale e la mia mancanza di rispetto di regole che, pur nella democrazia, potevano portare a scelte discutibili.
Ma Giammarinaro, che io ho sempre rispettato, non ha mai ottenuto nullla. L’unico potere che ha manifestato è quello che gli attribuisce la estenuante, continua, pluridecennale attenzione dell’Antimafia che l’ha fatto diventare un eroe negativo e letterario, trasformando la realtà in una suggestione utile a far sentire in trincea, contro un nemico che non c’è, persone abili e fantasiose come Toscani.
Il Comune di Salemi e gli assessori nominati non hanno mai subìto alcun condizionamento e hanno semplicemente rispettato un mandato politico fortememnte innovativo stabilito da me, tentando di non sottrarsi alle regole democratiche.

Alle mie giunte non ha mai partecipato Giammarinaro, pur avendo io spesso fatto riunioni aperte con esponenti politici e consiglieri di maggioranza e opposizione, e anche consulenti per indicare un possibile destino e una speranza per Salemi dimostrata prima di tutti e emblematicamente dal Museo della Mafia, dal Museo del Risorgimento, dal Museo del Paesaggio, e poi dalle mille iniziative culturali con ospiti da ogni parte del mondo a discutere con i cittadini, dal vescovo di Noto al matematico Odifreddi, dal giornalista Francesco Merlo al magistrato Giuseppe Ayala, in un continuo confronto di idee, sino alla straordinmaria impresa delle «Case a 1 euro» fortunatamente condivisa dallo stesso Giammarinaro e promossa da me e da Toscani.
Ora si vogliono far riemergere i fantasmi di un passato che non corrisponde alla realtà politica attuale di Salemi. E con il tipico effetto della machina del fango si trasferiscono vicende antiche e che non conosco di un potere tramontato, in effetti che nulla hanno a che fare con il presente e con l’amministrazione del Comune di Salemi oggi finalmente «libera et immunis»

 l'Ufficio per la Comunicazione
 Responsabile: Nino Ippolito
 0924 - 991401 e 0924-991400,
331-1708195,380-5475045  

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