Il Presidente Lombardo |
Quattro milioni per 107 corsi di formazione che addestreranno 1.648 badanti. La Sicilia diviene il regno delle "assistenti familiari" foraggiate dalla Regione. Ma quasi il 40 per cento dei progetti è stato presentato da un solo ente. E Marsala, da sola, ha il 25 per cento dei corsisti
Il paradiso delle badanti. In attesa di capire se la Sicilia sia un paese per vecchi, la Regione gioca d'anticipo. E sparge sull'Isola 107 corsi di formazione, investendo quattro milioni di euro per immettere sul mercato 1.648 assistenti familiari. Sì, esattamente 1.648: un esercito che dà corpo a un'operazione sontuosa nel campo del sociale, che potrebbe alleviare il compito dei parenti di anziani e disabili. Una coorte che, ancor prima di partire, scivola già sul terreno del sospetto. Perché, fatto il bando, pubblicate le graduatorie, ecco la sorpresa: un solo ente di formazione, l'Anfe, racimola il 38,3 per cento dei progetti. E sei scuole, in tutto, si spartiscono l'84,6 per cento della torta. Ma non finisce qui.A dare nell'occhio è soprattutto la concentrazione geografica dei corsi: in provincia di Trapani sarà tenuto il 43,3 per cento delle iniziative, mentre a Ragusa non c'è alcun progetto. Il caso-limite è quello di Marsala, che si accaparra ben 20 corsi che dovrebbero vedere fra i banchi 314 badanti. Significa che un quarto dei corsisti di tutta la Sicilia è raggruppato nella cittadina lilibetana. Pronta a un nuovo sbarco, quello delle aiutanti di casa foraggiate dalla Regione.
La distribuzione dei corsi sembra il prodotto di un flipper impazzito: anche Gela, che è la quarta città della Sicilia e conta quasi cinquemila over 75, non ha avuto finanziato alcun progetto. Ma Giuliana, che ha appena 350 ultrasettantenni (e non si sa quanti siano autosufficienti), sarà sede di due corsi di formazione per 40 - quaranta! - badanti. Due corsi anche in un piccolo centro come Sambuca di Sicilia. Trentadue assistenti familiari potranno fare scuola a Castrofilippo, 14 a Sperlinga dove - secondo i dati Istat - gli over 75 sono appena 137. I corsi, per inciso, avranno la durata di 300 ore ciascuno: periodo formativo certo non brevissimo. Ci vuole così tanto per addestrare una badante?
Interrogativi che, per prima, ha sollevato la Cgil, in una lettera inviata all'assessore regionale al Lavoro e alle Politiche sociali Andrea Piraino. "È del tutto evidente che qui, più che finanziare formazione per assistenti familiari corriamo il rischio di finanziare enti", scrivono Elvira Morana, componente della segreteria regionale, e Nino Reale, del dipartimento politiche sociali del sindacato. E quando parlano di "rischio", i due sindacalisti, usano un eufemismo.
È solo un caso che a capo della potente Anfe, l'associazione che ha fatto man bassa di progetti, presentati soprattutto nel Trapanese, vi sia un presidente, Paolo Genco, nato a Salemi? Tutti gli enti premiati dall'operazione-badanti hanno un preciso riferimento politico: Interefop e Cefop, guidati da Nino Perricone, sono vicini all'Mpa. Appartiene al solo Cefop, peraltro, il 4,6 per cento dei progetti finanziati, malgrado questo ente sia sotto osservazione da parte dell'assessorato per rischio di fallimento. Sul Cesifop, presieduto da Filippo Russo (figlio dell'ex sottosegretario democristiano agli Interni Ferdinando Russo), e su Anapia ha invece un'influenza il deputato del Pd di Misilmeri Gaspare Vitrano. L'ultimo ente a fare la parte del leone è l'Unci - anch'esso di Trapani - guidato da Salvatore La Porta, figlio di un ex sindaco di Erice.
E allora, è vero che la Regione fa notare come in alcune zone della Sicilia - come Ragusa - non si sia potuto intervenire per mancanza di progetti. Ed è vero pure che nel Trapanese c'è un'alta concentrazione di immigrati che possono partecipare ai corsi. Ma è vero pure, sottolinea la Cgil, che "le opportunità lavorative devono essere legate a parametri definiti come, ad esempio, la presenza degli over 75". E c'è una norma degli avvisi comunitari che impedirebbe la presentazione, da parte di un ente, di più progetti nello stesso Comune. Un fenomeno che, oltre che a Marsala, avviene in altri 19 centri siciliani. Dice Reale: "In passato abbiamo segnalato più volte la nostra perplessità per un mercato del lavoro specifico, quello delle badanti, non regolato. E dove, dunque, trionfa il "nero". Chi può garantire che le assistenti familiari formate dalla Regione trovino un impiego? Oggi, chi cerca una badante, si rivolge principalmente alla Caritas o ad organizzazioni di volontariato".
Ragionamenti che portano la Cgil a chiedere la revoca del bando e delle graduatorie, pubblicate l'8 ottobre e firmate dal dirigente generale Maria Letizia Di Liberti. "L'ottimizzazione della spesa - dicono Morana e Reale - deve riuscire a coniugare la velocità con l'individuazione di obiettivi razionali, perseguibili e funzionali ai bisogni". La formazione alla siciliana, oggetto di polemiche e inchieste della magistratura ordinaria e della Corte dei conti, macchina mangiasoldi che il governo Lombardo ha annunciato di voler riformare, non smette di fornire dati controversi. I due sindacalisti concludono così la loro lettera all'assessore Piraino: "La invitiamo a marcare la discontinuità con il passato, perché non si può raggiungere l'obiettivo proposto e per coerenza con il suo obiettivo di ottimizzazione della spesa".
La Repubblica, 16.12.2010
Nessun commento:
Posta un commento