di Salvatore D'Anna
Mezzanotte è passata da un pezzo, l'Assemblea regionale siciliana non è stata sciolta. La lunga notte della Finanziaria è diventata prima mattina, quindi pomeriggio e, dopo una maratona ininterrotta lunga 24 ore, l'Ars ha approvato Bilancio e Finanziaria. Poco dopo le 13 è stato approvato tutto l'articolato della manovra. 77 i deputati presenti, 76 i votanti. 51 i sì, 24 i voti contrari, un deputato astenuto. Dopo il voto, la giunta di governo presieduta da Raffaele Lombardo si è riunita e ha approvato la nota di variazione al bilancio della Regione, atto propedeutico per il voto finale al Bilancio da parte dell'Aula, arrivato alle 14.42 con 50 voti a favore, 26 contrari e un astenuto insieme al rompete le righe del presidente Cascio. Il Pd ha votato a favore della Finanziaria, dopo avere portato a casa quasi tutte le richieste fatte a Lombardo: dal credito d'imposta all'ampliamento della platea dei siciliani esenti dai ticket sanitari diagnostici, e ancora la ripubblicizzazione della gestione delle risorse idriche, l'apertura pomeridiana delle scuole nei quartieri a rischio, la riorganizzazione e riduzione delle società partecipate, l'istituzione delle zone franche. Una finanziaria "rossa", come scherzava (poi neanche tanto) stanotte qualcuno tra i corridoi di Palazzo dei Normanni. "Sapevamo che il percorso sulle riforme non sarebbe stato facile, ma avrebbe potuto portare a risultati importanti: oggi si fa un passo avanti, abbiamo più di un motivo per essere soddisfatti", dice il capogruppo del Pd Antonello Cracolici, che però in aula, durante le dichiarazioni di voto, ha puntualizzato: "Non stiamo votanto la fiducia a questo governo, che non è il nostro". Resta però il dissenso all'interno del gruppo. In tre, Giovanni Barbagallo, Bernardo Mattarella e Miguel Donegani, non hanno votato. "Non abbiamo partecipato al voto della finanziaria poiché quei timidi segnali positivi presenti non sono inseriti in un progetto di sviluppo complessivo per la nostra Regione", dicono. "Non sottovalutiamo - aggiungono - l'impegno del Pd in questa finanziaria. L'abolizione dei ticket per gli esami specialistici, il tentativo di un ritorno alla gestione pubblica dell'acqua, il credito d'imposta per l'occupazione, le zone franche urbane, gli interventi per l'agricoltura, per gli artigiani e per il mondo della cooperazione, vanno nella giusta direzione, ma sono assolutamente insufficienti. Abbiamo insieme sperato che la svolta si potesse realizzare ma, in realtà, non c'é stata una vera inversione di tendenza. Si è persa l'ennesima occasione". A votare contro la Finanziaria, Udc e Pdl. La notte non ha certo portato consiglio agli animi inquieti dei nostri parlamentari, che fino a stamattina hanno litigato anche sui fondi da destinare a Giampilieri, Scaletta Zanclea e ai comuni colpiti dall'alluvione nel messinese, oltre che sui precari dei consorzi di bonifica. Il presidente dell'Ars Francesco Cascio ha sospeso la seduta e convocato una riunione dei capigruppo durata più di un'ora. Troppi gli scontri in aula tra governo e opposizione, con i deputati del Pdl che hanno contestato ogni singolo emendamento. Le accuse alla giunta arrivate in aula dai lealisti sono chiare: i vari assessori hanno tentato di "infilare" e distribuire finanziamenti all'ultimo minuto. Non si capisce quando tutto potrà finire. Pare che all'Ars sia arrivato anche Gianfranco Miccichè, che si trova a Palermo per la consegna delle Stelle del Lavoro 2010. Sentito dai giornalisti al Politeama, il leader dei "ribelli" ha commentato lo stallo della manovra. "Non può che finire bene. Non si può essere mandati all'assemblea regionale, farsi votare dalla gente, poi fare il possibile per affossare questa terra. Non è dignitoso non è etico. Non posso credere che 90 parlamentari non stiano lavorando per il bene di tutti. Se stanno lavorando per la Sicilia la finanziaria si farà e bene e finirà in tempi brevi sennò cominciamo a denunciare chi non lavora per il bene di tutti ed evitiamo di votarlo la prossima volta". Proviamo a riassumere quanto approvato nelle ultime convulse ore. Alla fine il governo ha rinunciato alla strada del maxi-emendamento, e si è proceduto con l'esame dei singoli articoli. Passa il finanziamento da cinque milioni di euro per le cooperative edilizie che ristruttureranno edifici nei centri storici. Zone franche urbane, con esenzione delle tasse sulle attività produttive, saranno istituite in tutte le province. Per esempio ne nascerà una a Palermo, a Brancaccio, un'altra a Librino, Catania. Per le zone franche stanziati 45 milioni di euro fino al 2013. Venti milioni di euro alla discarica di Bellolampo a Palermo. Si allarga la fetta di esenzione dal ticket sanitario per esami diagnostici e nei laboratori di analisi. L'articolo 106, infatti, innalza il valore dell'indicatore della situazione economica equivalente (ISEE), finora fissato a 9.000 euro. Stanziati 150 milioni di euro per Termini Imerese, indennizzati i viticoltori per i danni per la peronospora, via all'apertura delle scuole nel pomeriggio nelle aree degradate e a rischio. Nel corso della notte, intorno all'una, ci sono stati momenti di tensione in aula, quando sono volate parole grosse tra Fabio Mancuso del Pdl, che aveva appena terminato il suo intervento, e Bruno Marziano del Pd. E mentre gli assistenti parlamentari tentavano di calmare gli animi dei due, è scoppiato il parapiglia fra altri due parlamentari, Vincenzo Vinciullo (Pdl) e Franco Mineo (Pdl Sicilia): questa volta, oltre alle parole, c'é stato anche qualche spintone.
Da SiciliaInformazioni, 01 maggio 2010
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