di Norma Ferrara
21 marzo, politica ascolti voce dei familiari delle vittime. Primo giorno di primvera: una data riconfermata per 15 anni nel Paese
"Nessuno tocchi il 21 marzo". Così Don Luigi Ciotti, presidente di Libera, nella XV Giornata della Memoria e dell'impegno. L'aveva dichiarato il giorno prima durante il "grande abbraccio" con i familiari a San Fedele, a pochi passi dal Duomo. "Questa data è stata scelta negli anni dagli stessi familiari di vittime delle mafie, che con il loro dolore ma anche il loro impegno, hanno voluto che il 21 marzo, primo giorno di primavera, fosse la giornata nazionale in cui si ricordano tutte ma proprio tutte le vittime delle mafie". Quella in cui, i nomi più noti, vengono letti accanto a quelli meno noti, a quelli dimenticati e persino a quelli che ancora non possiamo pronunciare, perché non li conosciamo. "Questa data - commenta Ciotti - ha uno spessore etico, culturale, politico, ed è la giornata in cui ciascuno dei familiari è uscito allo scoperto, ha ritrovato il coraggio di partecipare, di condividere con gli altri e di raccontare".
Tutto nasce da una proposta di Legge, primi firmatari Giuseppe Giulietti e Fabio Granata, che chiedeva al Parlamento di istituire il 21 marzo come Giornata Nazionale della Memoria e dell'Impegno. Dopo alcuni mesi la politica, una parte, ha iniziato a proporre altre date, perchè questa giornata è stata sin ora organizzata da Libera e a Libera è riconducibile. Così sono partite varie proposte, dal 23 maggio, data della strage di Capaci, al 30 aprile, l'ultima in ordine di tempo, data dell'uccisione di Pio La Torre a Rosario Di Salvo. Ma è lo stesso Franco La Torre, figlio di Pio, a ribadire per primo il suo no a Milano "per una scelta che non comprendo e non condivido". Lo fanno a seguire anche gli altri familiari in questa due giorni di Milano. "Il 21 marzo - dichiara Stefania Grasso, referente per il settore Memoria di Libera - è il primo giorno in cui ci siamo ritrovati, in cui non ci siamo più sentiti soli, dopo la morte dei nostri cari. Questa è la data che ci rappresenta". Un appello condiviso dai tanti familiari giunti a Milano e riuniti nell'abbraccio collettivo il 20 marzo nel corteo colorato dei tanti giovani giunti nel capoluogo. E un monito, alle voci che sulla stampa, danno notizia di questa ennesima divisione in atto in Parlamento in tema di cultura antimafia, arriva anche dal primo firmatario della legge.
"Raccolgo e faccio mio - l'appello di Libera, di Franco La Torre e dei tanti familiari che ogni anno si ritrovano nel primo giorno di primavera, a non cambiare la data della Giornata nazionale della Memoria e dell'Impegno. Una giornata che ha il patrocinio della presidenza della Repubblica, che ha il sostegno e la partecipazione di tantissimi giovani, associazioni, e singoli cittadini da tutta Italia. Quella sulla data - commenta Giulietti, deputato e portavoce di Articolo21 - è solo un tentativo di dividere e confondere. Da qui invece l'appello a rispettare la volontà già espressa con la partecipazione in questi 15 anni e a approvare rapidissimamente questa proposta di legge. Mi permetto inoltre - aggiunge Giulietti - di dire ai politici che su questa data si stanno dividendo e stanno creando rallentamenti, di vedere le immagini, i video, e i volti, di questi familiari prima di scegliere".
Anche Don Luigi Ciotti invita i politici a "guardare in faccia" questi familiari di vittime delle mafie. Di ascoltarli, più spesso. Di conoscerli". Un invito a non scegliere "a tavolino" ma a prendere decisioni così' come la politica dovrebbe fare: ascoltando le persone e rispettando la loro volontà". Gli appelli da Milano sono partiti diretti al Parlamento e a chi, ancora nonostante 150 mila persone, non sa. Non vede. O non vuole capire. Ma una cosa è certa, per l'Italia che era in piedi, in marcia, da porta Venezia a Piazza Duomo, a Milano, il 21 marzo è la giornata che hanno scelto, ben prima della politica. E se non ci sarà altra scelta, anche senza la politica.
Milano, 21.03.2010 / Da: LiberaInformazione.it
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