di Emanuele Lauria
PALERMO - Finisce oggi il secondo governo di Raffaele Lombardo. Il presidente della Regione inviterà gli attuali assessori a dimettersi, per consentire entro fine anno la riforma amministrativa. Dopo aver rifiutato l´ultimo tentativo di mediazione del Pdl ufficiale, Lombardo si accinge a varare un esecutivo di minoranza, con l´appoggio del Pd ma solo per le riforme. «Gli assessori politici della nuova giunta - dice il presidente della Regione - faranno capo a Pdl Sicilia, Mpa e Alleanza per l´Italia. Gli altri saranno ovviamente dei tecnici». Così viene ufficializzata la rottura con la corrente berlusconiana cosiddetta "lealista" che avevano bocciato il Dpef: «Noi ricomporremo la giunta basandoci sulle forze politiche che hanno sostenuto il programma di riforme anche con atti formali».Il nodo è sui tempi: la Corte dei conti chiede la nomina dei 28 capi dipartimento entro domani. E a fare le proposte dovrebbe essere la nuova giunta. Lombardo annuncia: «Arriveremo qualche giorno prima del 31 dicembre». Il governatore potrebbe anche decidere di nominare i dirigenti generali in solitudine, ma sarebbe una forzatura giuridica che i suoi più stretti collaboratori sconsigliano.Lombardo riparte senza il Pdl dei lealisti. Rispediti al mittente gli inviti pronunciati a Campofranco, in provincia di Caltanissetta, dal ministro alla Giustizia Angelino Alfano che sperava in una ricomposizione «del governo che finora ha governato», cioè Mpa e Pdl, fosse anche con l´esclusione dell´Udc. La replica del governatore: «Avevo sperato e ritenuto per le responsabilità importanti che detiene, che il ministro Alfano si impegnasse molte settimane fa, anche prima della drammatica scelta di votare contro il Dpef», gli ha risposto Lombardo, per il quale quel voto contrario è stato «il vero ribaltone». Il presidente della Regione aspettava «il 12 novembre anche un intervento di Berlusconi», che non è arrivato.
A chi ha chiesto se fosse troppo tardi per provare a ricucire, Lombardo ha risposto: «Sicuramente è tardi per l´assetto di governo». Il leader dell´Mpa, al massimo, è pronto a garantire al Cavaliere «la collaborazione reciproca». L´occasione degli auguri di Natale ai giornalisti è servita a Lombardo per rivendicare i risultati del suo governo: «Altro che paralisi, abbiamo paralizzato lo sfascio della Regione. Tanto per cominciare abbiamo rispettato il Piano di rientro nella Sanità - dice - risparmiando somme che non venivano spese in sviluppo e riformando il sistema».Il suo terzo governo punterà subito alla riforma del sistema dei rifiuti e alla semplificazione burocratica. Traguardi da raggiungere con l´aiuto del Pd. «Ma non c´è mai stata alcuna richiesta di compensazione da parte di questo partito con posti nel governo o di altro tipo», puntualizza Lombardo. I democratici sono sempre alla finestra: «Aspettiamo di vedere quale sarà la formazione del nuovo governo - dice il segretario regionale del Giuseppe Lupo - per valutare la reale discontinuità con la precedente giunta. Se davvero il presidente della Regione intende realizzare un ambizioso programma di riforme, deve rompere col berlusconismo per difendere la Sicilia».
(La Repubblica, 22 dicembre 2009)
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