Nel giorno del signore 28 agosto 2009 come al solito Corleone ha visto la sveglia di un gruppo di pazzi che si è messo sotto la “direzione” della “lavoro e non solo”. Diversamente dal solito la sveglia-drittone è stata alle ore cinque, per poter giungere alla agognata ma mai raggiunta vendemmia canicattinese in tempo utile per non bollire tra i filari. Dopo un viaggio di circa due ore farcito di discussioni interessanti che andavano dalla nona russata di Beethoven al concerto in vocalizzi e violoncello di Mozart siamo giunti a Canicattì verso le ore otto e trenta. I volontari si sono gettati sui filari avendo in mente la vaga promessa di Salvatore: “ Se siete veloci forse verso mezzogiorno cenne aniniemo” incuranti del fatto che i filari erano circa trenta e noi ne completavamo uno ogni mezz’ora. Dopo il primo entusiasmo e dopo aver capito che l’uva non era affatto una passeggiata c’è stato un po’ scoramento ripreso con forza da Salvatore che ne ha approfittato per mortificare un gruppo di povere innocenti.
Verso mezzogiorno l’acqua era terminata e si iniziavano a presagire i primi sintomi di svenimento nella truppa quando ai bordi dei filari una luce si alzò e una voce squillante annunciò: “ il pranzo è arrivato.” Dopo un pranzo luculliano ci siamo diretti con il morale e le braccia a terra verso “le filagna” che sono state completate verso le quattro. Dopo una breve capatina alla cantina sociale dove abbiamo prelevato centocinquanta casse di vino per il timore di non averne abbastanza per la serata J, siamo ritornati alla terra natia dove dopo la cena abbiamo avuto un incontro con Dino Paternostro, scrittore, storico e segretario della camera del lavoro di Corleone. Dino ci ha offerto una lunga e illuminante disquisizione sulla realtà sociale e mafiosa all’interno della Sicilia dai fasci siciliani ai giorni nostri utilizzando come spunto l’impegno delle donne siciliane di nascita e di adozione nella lotta alla mafia. Dopo il suo intervento ci siamo messi in contatto skype con la festa dell’unità di Sesto Fiorentino con una certa difficoltà ma la grande gioia di risentire il mitico accento toscano.
A sorpresa per la diretta interessata c’è stata la festa della volontaria Angela con una torta che a sol vederla aiutava la mente a compiere un viaggio onirico verso l’aldilà. Dopodichè i volontari sono passati direttamente dal fasullo viaggio onirico al vero riposo dell’anima e del corpo (speriamo non eterno).
Damiano Censi
28 agosto 2009
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