di Cosmo Di Carlo
Corleone - Approvati dal Ministero dell’Interno nell’ambito del Pon Sicurezza 2007 – 2010 due progetti per un ammontare complessivo di un milione e mezzo di euro. Serviranno per realizzare una moderna azienda agricola, un centro di stoccaggio per vino, olio e cereali, ed una “ Bottega dei Sapori” che sarà ospitata in un immobile confiscato a Corleone al boss Bernardo Provenzano. L’azienda agricola ed il centro di stoccaggio invece sorgeranno su terreni ed altri fabbricati da ristrutturare, un tempo proprietà del mafioso Giovanni Genovese, in contrada “ Don Tommasi” a San Cipirello . “I due progetti sono stati presentati al Ministero degli Interni dal “Consorzio Sviluppo e Legalità” che gestisce i beni confiscati alla mafia nei Comuni di Altofonte, Camporeale, Corleone, Monreale, Piana degli Albanesi, Roccamena, San Cipirello,San Giuseppe Jato. “Viene premiato il lavoro svolto dal 2000 al 2006 - dice Lucio Guarino, direttore del consorzio sviluppo e legalità – i nostri progetti sono stati ritenuti validi e finanziati e possono essere esportati a livello nazionale”. Soddisfatto il presidente pro tempore di Sviluppo e Legalità Antonino Giammalva , sindaco di San Cipirello. “La promozione della legalità genera occupazione e sviluppo. – spiega - Decine di giovani lavorano sui terreni confiscati a temuti e potenti boss di “cosa nostra”. Vino, pasta olio e cereali vengono commercializzati in tutta Italia. Questo ci inorgoglisce e ci stimola a proseguire nel nostro impegno”. La casa di Via Colletti, che sorge nel centro storico di Corleone, confiscata alla famiglia di Bernardo Provenzano ospiterà una vetrina dei sapori. Qui sarà possibile acquistare pasta, olio, vino, legumi e conserve . Vi sarà uno spazio destinato ad incontri e dibattiti, ed una biblioteca con volumi, e film documentari sulla mafia e sui movimenti e gli uomini che nel tempo le si sono opposti. “Nascerà un vero e proprio museo dedicato alla storia della mafia ed al fenomeno mafioso – spiega Nino Iannazzo, sindaco di Corleone – che sarà gestito da alcune associazioni che insieme hanno dato vita al “Laboratorio della Legalità”. Si tratta di un gruppo di giovani e meno giovani, tutti di Corleone, a conferma di un percorso di risveglio culturale già ben avviato. Cittadini che vogliono farsi portavoce delle istanze di una terrà che ha scelto di liberarsi dal giogo mafioso”. Fermenti di legalità dalle terre di mafia, si potrebbe dire, alimentati dal Ministero degli Interni, che ci ha messo i soldi, ma anche dai 50 giovani toscani che in questi giorni lavorano sui campi di pomodori dall’alba al tramonto al fianco dei ragazzi delle cooperative antimafia dell’Arci e di Libera . Vento fresco arriva da Roma ad alimentare la speranza e ad allontanare le nubi e le paure dei giorni scorsi, quando furono tagliate le gomme all’auto di Calogero Parisi, presidente della cooperativa “Lavoro e non Solo”. (*codi*)
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