di Emanuele Lauria
Bande musicali, associazioni di rugbisti e di specialisti del “tiro dinamico” e musei del giocattolo: erano saliti tutti, sulla giostra del contributo siciliano
Alla fine anche il commissario dello Stato, il prefetto che controlla le leggi approvate in Sicilia, ha dovuto prendere atto che l’antico parlamento di Palermo aveva proprio esagerato. E ha bocciato, in un sol colpo, la pioggia di contributi a 253 fra enti, associazioni, centri studi, per una spesa record di 78 milioni. C’e ra davvero di tutto, nella legge che - secondo il commissario Alberto Di Pace - «compromette il principio costituzionale del buon andamento della pubblica amministrazione». Anche perché, segnala ancora il prefetto, almeno 47 sussidi non consentono neppure “«l’i ndividuazione certa dei destinatari della provvidenza pubblica». L’A rs ha dato soldi a enti che neppure figurano su Internet. Bande musicali, associazioni di rugbisti e di specialisti del “ tiro dinamico” e musei del giocattolo: erano saliti tutti, sulla giostra del contributo siciliano. Non aveva badato a spese, la sempre prodiga Assemblea regionale siciliana. Passando sopra la crisi e il risanamento annunciato con i tagli alla sanità. Buone intenzioni che avevano ceduto il passo a una manovra pre-elettorale che aveva fatto impallidire i blitz del passato. Come quello di Benito Paolone, l´ex deputato di An che nel gennaio del 2007 sbucò a Palazzo dei Normanni e si fece approvare un contributo da 500 mila euro per l´Amatori Catania di rugby. Nel capoluogo non hanno retto all´invidia e quest´anno è spuntato, nella rubrica del turismo, un finanziamento per la «Palermo rugby»: 200 mila euro. Nella foga, la mano anonima di un deputato dell´Mpa ha piazzato il suo contributo da 50 mila euro per il Combat club Gela: può la Regione non incoraggiare la giovane arte del «tiro dinamico», disciplina che consiste nello sparare a bersagli mobili in un set costruito con finte porte e finestre? Non può.
Per carità: la lista contiene molte iniziative meritevoli. Ma non c´è un criterio di scelta. E ogni organismo finanziato ha, naturalmente, un preciso sostenitore politico. La parte del leone, in Sicilia, la fa il mondo cattolico, cui vengono indirizzati finanziamenti per 5,5 milioni: fra le new entries quest’anno i «Legionari di Cristo» che ricevono un contributo da 100 mila euro. Nella lunga lista dei beneficiari c’è l´Osservatorio dell´autonomia (50 mila euro) che evidentemente sta a cuore a un presidente autonomista, l´Accademia degli zelanti e dei dafnici con sede ad Acireale (130 mila euro), i giuristi cattolici di Agrigento che fanno il pieno con 200 mila euro. E i musei, anche i più piccoli, noti o poco frequentati: dal museo del giocattolo di Catania a quello sulla pena e sulla tortura con sede a Bronte. La Regione Siciliana pensa ai presepi: soldi per quello di Custonaci, ed è una conferma, ma pure per quello di Agira. Per lo più “aiutini” da 50 mila euro, nella sagra dei contributi a pioggia. Quando le cifre sono maggiori, finiscono per essere premiati enti che, per la cattiva gestione, faticano a risollevarsi dal tracollo finanziario: un milione va alla fondazione Federico II, il cui ex direttore generale Alberto Acierno è accusato dall’attuale consiglio d’amministrazione di aver fatto viaggi alle Maldive e shopping a Madrid con la carta di credito aziendale. Insomma, un mare magnum dove annega ogni giudizio di valore. Alla fine, a pagare dazio potrebbe essere solo (o quasi) il Centro studi filologici e linguistici siciliani, una delle maggiori istituzioni internazionali di questa disciplina, che ha visto dimezzato il contributo della Regione. E che grida allo scandalo in un documento firmato da decine di studiosi fra i quali Tullio De Mauro e il presidente dell’accademia della Crusca Francesco Sabatini: «Con tutto il rispetto, siamo trattati come il circolo culturale di un paese delle Madonie». Ma il commissario dello Stato, stamattina, ha bloccato tutto. Bloccando 78 milioni di contributi a pioggia erogati malgrado una crisi finanziaria che aveva costretto il governo Lombardo a chiedere un nuovo mutuo per 650 milioni.
(La Repubblica, 09 maggio 2009)
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