sabato 21 marzo 2009

Rassegna stampa, Napoli 21 marzo 2009

Mafia: Libera, in 150mila a Napoli per la giornata della memoria delle vittime

Napoli, 21 mar. - (Adnkronos) - Circa 150mila persone, secondo le stime degli organizzatori, hanno partecipato oggi a Napoli alla quattordicesima edizione della 'Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie", promossa da 'Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie', per ricordare tutte le vittime innocenti delle mafie e rinnovare in nome di quelle vittime l'impegno di contrasto alla criminalita' organizzata. Al corteo hanno preso parte oltre 500 familiari delle vittime delle mafie in rappresentanza di un coordinamento di oltre 3mila familiari, rappresentanti di ong provenienti da circa 30 paesi europei. Un saluto a tutti i partecipanti al lungo corteo, che ha attraversato il lungomare di via Caracciolo per giungere a piazza Plebiscito, e' arrivato dal presidente nazionale di Libera Don Luigi Ciotti che ha parlato di "un abbraccio alla citta', un segno di attenzione a chi si impegna tutti i giorni per combattere la criminalita' organizzata". Per consentire all'affollato corteo di sfilare per le vie della citta' sono stati disposti divieti e chiusure al traffico. Durante la marcia sono stati letti a ripetizione i nomi delle oltre 900 vittime delle mafie, semplici cittadini, magistrati, giornalisti, appartenenti alle forze dell'ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali, morti per mano delle mafie. 'Libera' ha voluto sul palco allestito per l'evento anche lo scrittore Roberto Saviano, autore del best-seller 'Gomorra', che ha letto i nomi di alcune vittime della criminalita' organizzata.

MAFIE: IN MIGLIAIA SFILANO A NAPOLI PER RICORDARE 900 VITTIME(ASCA) - Napoli, 21 mar - Un 'abbraccio' ad una citta' 'piena di attenzione per quanti si impegnano tutti i giorni nel combattere la corruzione, la criminalita' e le mafie'. Questo il saluto rivolto dal presidente di 'Libera', Don Luigi Ciotti, alle migliaia e migliaia di partecipanti alla XIV Giornata nazionale che ricordano oggi le 900 vittime di tutte le mafie. I nomi di magistrati, imprenditori, sacerdoti, appartenenti alle forz dell'ordine, giornalisti, esponenti politici, sindacalisti giovani e donne caduti per mano delle organizzazioni criminali sono stati scanditi nel corso di tutto il corteo che e' sfilato lungo via Caracciolo arrivando in piazza del Plebiscito dove e' stato allestito un grande palco. In testa al corteo molti familiari delle vittime di mafie, al collo le foto dei loro cari di cui, in molti casi, ancora non e' stato individuato l'omicida materiale. Sono in cinquecento, in rappresentanza di tremila famiglie. Al loro fianco rappresentanti di organizzazioni sindacali, di scuole ed associazioni, il presidente della Regione Antonio Bassolino, il sindaco di Napoli Iervolino. Quando il corteo si e' sciolto in piazza del Plebiscito a sorpresa, inatteso, lo scrittore Roberto Saviano e' salito sul palco. Neanche una parola, nessuna dichiarazione, solo la sua presenza a ricordare l'impegno delle giovani generazioni contro la camorra, la mafia, la 'ndrangheta. Forte e chiaro il messaggio di Don Luigi che alla classe politica chiede 'di agire in maniera seria, credibile, attenta, soprattutto di farlo i maniera veloce'. Per Bassolino la manifestazione di oggi rappresenta 'un grande segnale di speranza e di fiducia', la dimostrazione che si puo' 'andare avanti nella battaglia contro la camorra e la criminalita' organizzata'. Promossa dalla Regione Campaia, dal Comune e dalla Provincia di Napoli, la XIV edizione della Giornata della Memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie gode dell'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica. Nel pomeriggio il programma della manifestazione prevede sette diversi seminari e, alle 17,30 un concerto con l'esibizione di numerosi gruppi ed artisti.

ANTIMAFIA: LIBERA, 150 MILA PERSONE IN MARCIA A NAPOLI (ANSA)
NAPOLI, 21 MAR - Oggi a Napoli oltre 150mila persone hanno marciato per la quattordicesima giornata della Memoria delle vittime della mafie: e' questo il bilancio di Libera, l'associazione promotrice di una tre giorni dedicata all'impegno antimafia. Oltre due chilometri e mezzo di percorso, sul lungomare di Napoli, fra Piazza della Repubblica e Piazza del Plebiscito: il corteo si e' poi radunato davanti al palco. I manifestanti, provenienti da trenta Paesi del mondo e da tutte le regioni italiane, hanno camminato insieme in silenzio, mentre si leggevano a ripetizione al megafono i nomi di oltre 900 vittime delle mafie. Un elenco che e' stato riproposto alla fine, ben due volte, dal palco sul quale sono saliti i parenti delle vittime delle mafie.

ANTIMAFIA: NAPOLI; FOTO VITTIME APRONO CORTEO,SI CANTA MAMELI (ANSA)
NAPOLI, 21 MAR - La marcia del 21 marzo a Napoli, per la quattordicesima giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie inizia con l'inno d'Italia. Lo cantano i familiari delle vittime della criminalita' organizzata, in testa ad un corteo che raggiungera' piazza del Plebiscito. Migliaia di persone hanno gia' affollato il lungomare napoletano: provengono da trenta Paesi del mondo e da tutte le regioni italiane. 'Migliaia e migliaia di persone sono qui oggi per un abbraccio alla citta' - dice don Luigi Ciotti, presidente nazionale dell'associazione Libera che ha promosso la tre giorni dedicata all'antimafia - e' un segno di attenzione a chi si impegna tutti i giorni contro la criminalita' organizzata. Oggi siamo qui per ripetere che occorrono meno parole e piu' fatti'. A Napoli sono arrivate 1500 persone dal Piemonte, mille dalla Sicilia, a bordo di due navi, 300 dalla Toscana, 800 autobus di studenti delle scuole di tutto il Paese, negli alberghi partenopei sono stati ospitati la notte scorsa 480 familiari delle vittime, gli stessi che aprono il corteo di Libera, esponendo le fotografie dei loro cari scomparsi. (ANSA).

ANTIMAFIA: DON CIOTTI, VIA IPOTECHE SU BENI CONFISCATI (ANSA)
NAPOLI, 21 MAR - La banche devono cancellare le ipoteche dai beni confiscati alla criminalita' organizzata: lo ha sostenuto Don Ciotti, parlando dal palco di piazza del Plebiscito, a Napoli, a conclusione della marcia per la quattordicesima giornata della memoria delle vittime delle mafie organizzata da Libera. Don Ciotti ha ribadito l'importanza del ruolo di una agenzia per la confisca dei beni, idea tramontata 'che avrebbe reso invece piu' efficace la confisca, e meno burocratiche e piu' agibili le procedure'. 'Abbiamo il 36% dei beni confiscati sotto ipoteca bancaria - ha continuato - i Comuni non sono in grado di riscuotere, le associazioni tanto meno, e questi beni rischiano di andare all'asta. Chi se li riprende poi?' Il rischio, ha spiegato, e' che ricadano nelle mani della criminalita' organizzata. 'Su 1091 aziende confiscate ai mafiosi solo 64 sono sopravvissute - ha concluso - dobbiamo chiederci perche', evidentemente c'e' qualcosa che non funziona''.(ANSA).

ANTIMAFIA: DON CIOTTI A MAFIE, CONDANNATI A VITA FERMATEVI (ANSA)
NAPOLI, 21 MAR - 'Alle mafia, alla camorra, al crimine dico: fermatevi, ma che vita e' la vostra? Ne vale la pena?'. Don Luigi Ciotti grida questo appello dal palco di Napoli, in occasione dalla quattordicesima giornata della Memoria e dell'Impegno di Libera. 'Vi aspettano carcere, clandestinita', tanti morti - ha continuato - se avete beni ve li confischeremo tutti, e vi porteremo tutto via quello che avete'. 'Fermatevi, alla fine cosa vi resta? Come giustificate il male che fate agli altri? La vostra e' una condanna a vita - ha concluso - non puo' essere questa la vita. Non basta pentirsi ogni tanto, bisogna convertirsi'.(ANSA).

Napoli in corteo contro le mafie
Centomila. Quando la testa del corteo organizzato da Libera arriva a Piazza Plebiscito, la coda è ancora alla Rotonda Diaz. Un serpentone di 2 chilometri e mezzo, allegro ma silenzioso. Sul palco si alternano i familiari delle vittime e rappresentanti delle istituzioni cittadine a leggere i nomi delle quasi 500 persone che hanno perso la vita a causa della criminalità. A sorpresa, sul palco è salito anche Roberto Saviano: tocca a lui chiudere il lungo elenco, tra cui anche i nomi dei sei immigrati ghanesi uccisi nella strage di Castelvolturno lo scorso 18 settembre dai Giuseppe Setola e dai suoi sicari. La marcia del 21 marzo a Napoli, per la quattordicesima giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie era iniziata con l'inno d'Italia. Lo hanno cantano i familiari delle vittime, in testa al corteo con le fotografie di questi innocenti scomparsi. «Migliaia e migliaia di persone sono qui oggi per un abbraccio alla città - dice don Luigi Ciotti, presidente nazionale dell'associazione Libera che ha promosso la tre giorni dedicata all'antimafia - è un segno di attenzione a chi si impegna tutti i giorni contro la criminalità organizzata. Oggi siamo qui per ripetere che occorrono meno parole e più fatti». «Questa è soprattutto una giornata di impegno e tutti i ragazzi che ci sono qui intorno sono il segno di una fortissima speranza». Lo ha detto il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino. «La veglia di ieri in ricordo di don Peppino Diana - ha detto il sindaco - ha trasmesso la sensazione viva di quanto Napoli abbia sofferto. C'è voglia di pulizia, di civiltà, Napoli è sempre stata una città civile». «Questa città - ha concluso il sindaco partenopeo - deve poter sviluppare tutte le sue energie, libera da interessi malavitosi perchè il governo della città deve essere nelle mani dei napoletani e non sotto il controllo della camorra». In piazza anche il presidente della Regione, Antonio Bassolino che dice: «La camorra e la mafia non sono invincibili, non sono eterni . Da questa manifestazione arriva un messaggio straordinario di speranza e di fiducia, e questo non era scontato. La risposta di Napoli e della Campania sono straordinarie, come l' energia messa in moto oggi da questa terra e da questo paese». Il governatore sottolinea l'importanza della costanza nella guerra alla criminalità organizzata: «La parola d'ordine è continuità. Contro la camorra e la mafia bisogna combattere 365 giorni all' anno, perchè 365 giorni all'anno agisce la criminalità organizzata». Alla domanda se il governo attuale faccia abbastanza per contrastare le mafie, Bassolino ha risposto: «Il ministro dell'Interno si impegna con serietà su questo fronte. Servono più risorse e mezzi per le forze dell' ordine e la magistratura. In molte parti del Sud Italia quella contro le mafie è una battaglia impari». Ci sono anche i lavoratori dello stabilimento Fiat di Pomigliano d'Arco al corteo contro le mafie. Un gruppo di operai, da tempo in lotta per mantenere il posto di lavoro contro la paventata chiusura dello stabilimento, si è unito alla marcia in memoria delle vittime di mafia e camorra. Urlano slogan in difesa dello stabilimento e hanno uno striscione con su scritto «Pomigliano non si tocca». L'Unita.it

Vittime mafie, in migliaia a Napoli
In migliaia, forse in 150mila secondo gli organizzatori, hanno sfilato a Napoli alla "Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie", promossa dall'associazione Libera. Al corteo hanno partecipato oltre 500 familiari delle vittime della criminalità. "Vi aspettano carcere, clandestinità, tanti morti - è l'appello di don Ciotti, presidente di Libera, ai mafiosi -. Fermatevi, alla fine cosa vi resta?" Oltre due chilometri e mezzo di percorso, sul lungomare di Napoli, fra Piazza della Repubblica e Piazza del Plebiscito: il corteo si è poi radunato davanti al palco. I manifestanti, provenienti da trenta Paesi del mondo e da tutte le regioni italiane, hanno camminato insieme in silenzio, mentre si leggevano a ripetizione al megafono i nomi di oltre 900 vittime delle mafie. Un elenco che è stato riproposto alla fine, ben due volte, dal palco sul quale sono saliti i parenti delle vittime delle mafie. Una morte assurda Un lungo applauso ha accompagnato il discorso di Alessandra Clemente, figlia di Silvia Ruotolo, giovane mamma uccisa dalla camorra mentre accompagnava i figli a scuola. "Aveva 39 anni - ha detto la ragazza tra la commozione dei presenti sul palco - è stata uccisa senza alcuna logica e spiegazione. Occorre trasformare la rabbia in qualcosa di positivo. Quello che abbiamo vissuto non deve capitare più a nessuno. Impegnarsi per la memoria non è né stupido né inutile. Voglio ringraziare tutti e finalmente lo posso dire grazie a Napoli". L'appello di don Ciotti "Alle mafia, alla camorra, al crimine dico: fermatevi, ma che vita è la vostra? Ne vale la pena?". E' l'appello di don Luigi Ciotti ai boss. "Vi aspettano carcere, clandestinità, tanti morti - ha continuato - se avete beni ve li confischeremo tutti, e vi porteremo tutto via quello che avete. Fermatevi, alla fine cosa vi resta? Come giustificate il male che fate agli altri? La vostra è una condanna a vita - ha concluso - non può essere questa la vita. Non basta pentirsi ogni tanto, bisogna convertirsi". TGCOMA

Napoli oltre 100mila contro le mafie, sul palco anche Saviano
NAPOLI (Reuters) - Più di centomila persone, secondo gli organizzatori, hanno sfilato in corteo oggi a Napoli per ricordare le vittime delle mafie e chiedere alle istituzioni di combattere la criminalità organizzata, che opprime soprattutto il Sud Italia. E sul palco, insieme a familiari delle vittime, magistrati e rappresentanti istituzionali è salito a sorpresa anche il giovane scrittore Roberto Saviano, sotto scorta dopo il sucesso del suo "Gomorra" e divenuto un simbolo vivente della lotta alla camorra. Nella città partenopea, dove forte è la presenza della camorra, sono arrivati in gran parte giovani da tutta Italia e da 30 paesi europei, per celebrare la XIV giornata della memoria e dell'impegno per le vittime di tutte le mafie, organizzata dall'associazione "Libera" di don Luigi Ciotti che da anni lotta contro criminalità e narcotraffico. "Non girarsi dall'altra parte", "No alla legalità sostenibile che accetta mediazioni", erano alcuni dei messaggi lanciati dai manifestanti. Un monito era rivolto anche alle banche: "Cancellino le ipoteche presenti sul 36% dei beni confiscati alla camorra" ha detto don Ciotti, ricordando che i Comuni non riescono a farsene carico, col rischio che una " una volta messe all'asta tornano alle mafie". "Noi dobbiamo essere la spina propositiva dello Stato. Questa è una Repubblica fondata sul lavoro e la lotta alle mafie comincia dal lavoro. Ma non chiediamo solo allo Stato, dobbiamo noi cittadini per primi a fre la nostra parte. Noi tutti non dobbiamo mai girarci dall'altra parte" ha detto il religioso, noto per il suo impegno sociale. Il corteo concluso in piazza del Plebiscito è stato scandito, così come l'inizio della manifestazione in piazza, dai nomi delle 900 vittime delle mafie, alcuni letti anche da Saviano, acclamato dalla piazza . Vittime che in molti casi non hanno ottenuto ancora giustizia e per le quali gli oltre 500 familiari presenti a Napoli chiedono anche verità. Pietro Polimeni e Anna Adavastro, di Reggio Calabria, genitori di Daniele ucciso a 18 anni nel 2005, sono tra loro. "Era uno studente, è scomparso il 30 marzo ed è stato ritrovato il 2 aprile del 2005 carbonizzato. Stiamo ancora lottando per sapere. Allo Stato chiediamo di poter sapere la verità" dicono padre e madre, che spiegano di di non aver sentito la vicinanza dello Stato. "Quel che è certo è che deve fare qualcosa di diverso da quello che (lo Stato) ha fatto fino a oggi, perché ci sono ancora vittime delle mafie". Un'esperienza diversa è quella di Michele Panunzo, figlio dell'imprenditore edile di Foggia Giovanni Panunzo, ucciso da chi voleva estorcergli soldi. "Mio padre é stato ucciso a pochi metri dal consiglio comunale di Foggia il 6 novembre del 1992", racconta Panunzo, che regge un cartellone con la foto del padre. " E' stato minacciato e ha denunciato chi voleva estorcergli soldi. Non ha girato la testa dall'altra parte e lo hanno ucciso". "Ho sentito la presenza e la vicinanza dello Stato - ha detto l'uomo - da noi qualcosa si sta muovendo. E' stato firmato un protocollo interistituzionale, ma è importante anche che la gente denunci e non si volti dall'altra parte. Bisogna avere coraggio e denunciare anche in forma anonima, per permettere alle forze dell'ordine di intervenire". Tra i magistrati, i rappresentanti dele istituzione e delle politica, anche Giancarlo Caselli, procuratore capo a Torino, secondo cui il disegno di legge del governo sulle intercettazioni, in discussione al Parlamento, rappresenta "un forte rischio per la sicurezza sociale". "E' come dire a un medico di nonu sare Tac o risonanza magnetica perché sono invasive. Si sta dicendo alle forze dell'ordine di non utilizzare le intercettazioni, che sono come radiografie giudiziarie, perché sono troppo invasive. Chi chiede tolleranza zero e ronde sia coerente e non consenta che si tolgano le intercettazioni, che sono il baluardo per la tutela dei cittadini".

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