Macina profitti, devasta città e campagne, corrompe i poteri. Lasciando dietro di sé una striscia di sangue che non si asciuga mai. Parliamo della Camorra, di cui il libro di Raffaele Sardo, che giovedì sera è stato presentato nel saloncino della Cgil di Corleone, ci consegna un ritratto sconvolgente della sua violenza, delle impunità e anche delle complicità quotidiane di cui gode. A parlarne con gli studenti, alcuni insegnanti, i soci lavoratori della coop “lavoro e non solo” e un gruppo di operai, è stato lo stesso Raffaele Sardo. «Qualche mese fa, a Casal di Principe – ha raccontato Sardo – eravamo in un ristorante con don Luigi Ciotti ed un gruppo di ragazzi di Libera del Piemonte. Ad un certo punto, sono entrati i carabinieri e ci hanno detto di andare via perché non erano in grado di garantire la nostra incolumità…». «Siamo andati via – ha aggiunto Sardo – e abbiamo accompagnato i ragazzi, che piangevano dalla rabbia, fino all’imbocco dell’autostrada…». Il racconto sconvolgente di uno Stato che in Campania non riesce ancora a controllare il territorio, di una criminalità organizzata più forte delle Istituzioni. Ma il racconto e il libro di sardo ci hanno offerto al tempo stesso un affresco denso di pietas del mondo delle vittime: tanti nomi e cognomi ingiustamente dimenticati. Uomini uccisi per punire, per intimidire o semplicemente per sbaglio. Come don Peppe Diana, sacerdote, Salvatore Nuvoletta, carabiniere, Federico Del Prete, sindacalista, Franco Imposimato, impiegato, Attilio Romanò, informatico, Alberto Varone, commerciante, Domenico Noviello, imprenditore. Sono questi i nomi simbolici a partire dai quali l’Autore ha raccontato la Camorra dell’ultimo quarto di secolo, la crescita del “Sistema” o più propriamente della “Bestia”. Un ritratto sconvolgente ma non rassegnato. Perché anche nella “Gomorra” assatanata di soldi e di potere arriva una sentenza giusta emessa “in nome del popolo italiano”; c´è qualcuno, un insegnante, un giornalista, una studentessa, un prete, che difende a testa alta i valori dell´Italia civile.
E il prossimo 21 marzo l’appuntamento dell’Italia civile è proprio a Napoli, dove si terrà la giornata nazionale della memoria e dell’impegno, per non dimenticare le vittime innocenti, per resistere alla criminalità mafiosa, per costruire le condizioni per batterla.Raffaele Sardo, giornalista, laureato in scienze della comunicazione, vive e lavora in provincia di Caserta. Attualmente collabora con il quotidiano la Repubblica. Ha pubblicato “Nogaro. Un vescovo di frontiera” (Alfredo Guida Editore, 1997) ed “È marzo la primavera sta per arrivare. Don Peppino Diana ucciso per amore del suo popolo” (Edizioni Università per la legalità e lo sviluppo di Casal di Principe, 2004).
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