Il mondo delle corse vale un miliardo di euro, cresce il business dei cuccioli dall'est Europa, in calo i combattimenti fra cani
ROMA - Un giro d’affari stimato in circa 3 miliardi di euro: questa l'enorme cifra che emerge dal «Rapporto Zoomafia 2008» realizzato da Ciro Troiano, responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della Lav, che analizza lo sfruttamento illegale di animali ad opera della criminalità organizzata nel 2007.
Il mondo dei cavalli al primo posto
Le corse clandestine di cavalli e le infiltrazioni criminali nel settore dell’ippica si confermano, secondo l’associazione animalista, i campi in cui la criminalità organizzata - anche di primo livello come i Casalesi, i Labate, i Santapaola - sembra concentrare sempre più il suo interesse: un «settore», quello delle corse, che da solo produce un business stimato in circa 1 miliardo di euro.Nel 2007 sono state bloccate dalle forze di polizia 8 corse illegali, sequestrati 114 cavalli, denunciate 231 persone e 30 arrestate. Le inchieste hanno portato anche al sequestro di un ippodromo, di un maneggio, due stalle e oltre mille confezioni di farmaci e sostanze vietate usate per dopare gli animali coinvolti, drogati e costretti a correre su improvvisati e pericolosi circuiti stradali urbani.
La «Cupola del bestiame»
Altro capitolo che desta sempre più preoccupazione è il fenomeno della cosiddetta «Cupola del bestiame» e dei reati ad essa connessi, che vanno dalle truffe ai danni dell’erario, dell’Ue e dello Stato, al traffico illegale di medicinali, dal furto di animali da allevamento, alla falsificazione di documenti sanitari, fino al gravissimo reato di diffusione di malattie infettive, attraverso la commercializzazione di carni e derivati, provenienti da animali malati. Un business con un fatturato annuo di almeno 400 milioni di euro, che in alcune regioni ha fatto emergere un vero e proprio mercato parallelo di carni e prodotti derivati da animali, ma anche la complicità di venditori disonesti e veterinari collusi. Altro settore di interesse della «Cupola», secondo la Lav, è quello delle sofisticazioni alimentari. Dalle mozzarelle ottenute con cagliate importate dall’estero alle fiorentine di falsa chinina, dai suini infetti alle pecore alla diossina al latte contaminato, ai falsi prosciutti di Parma, agli animali trattati con anabolizzanti e antibiotici. In altri casi gli interessi della criminalità organizzata si manifestano sull'intero ciclo di produzione della mozzarella di bufala, sul quale si impernia un sistema economico di rilevante valore: dall’approvvigionamento dei foraggi alla produzione del latte, dall’attività casearia alla distribuzione ed esportazione del prodotto finito, all’imposizione di vendita per punti vendita e ristoranti.
Traffici di fauna esotica protetta
Molto fiorente il traffico illecito di fauna esotica protetta, che interessa - secondo la Lav - circa un terzo di quello legale, con un business quantificabile in circa 500 milioni di euro l’anno: avorio, pappagalli, tartarughe, ma anche caviale e farmaci cinesi contenti sostanze derivanti da animali protetti. Scimmie, gazzelle e altri animali morti, talvolta già in avanzato stato di decomposizione. In questo contesto Internet è divenuto un importante strumento di vendita: per evitare controlli, i trafficanti effettuano le spedizioni per posta, direttamente a casa. In un sola operazione la Forestale ha sequestrato a Linate più di 100 chili di corallo proveniente dalla Germania e diretto nel napoletano. In un'altra operazione il Corpo forestale ha sequestrato due caimani, 21 varani, 40 scorpioni giganti, due boa, un pitone albino, una ventina di tartarughe e una dozzina di ragni velenosi, parte del bottino di una banda di trafficanti di rettili colta con le mani nel sacco. In un altro sequestro sono stati sottratti oltre 800 cerotti contenenti ingredienti a base di leopardo e di musco (un piccolo cerbiatto che vive nelle zone montane del Nepal e del Pakistan), impiegati nella medicina tradizionale cinese, è il risultato di un’altra operazione del Corpo forestale.
Cresce il traffico di cani importati dall'Est
Secondo quanto emerge del rapporto Zoomafia 2008 cresce, inoltre, il traffico di cani importati dai Paesi dell’Est. Circa 500 mila cuccioli vengono importati illegalmente ogni anno in Italia. Stabile ma sempre allarmante il business legato alla gestione di canili «lager« (strutture spesso sovraffollate e inadeguate sotto l’aspetto igienico sanitario e strutturale) e il business sui randagi che, secondo la Lav, garantisce agli sfruttatori di questi animali introiti stimati intorno ai 500 milioni di euro l’anno, grazie a convenzioni con le amministrazioni locali per la gestione dei canili. In calo i combattimenti fra cani
Rispetto ad alcuni anni fa il fenomeno della cinomachia sembra ridimensionato, almeno per quanto riguarda le denunce presentate e le operazioni di polizia effettuate, dato che troverebbe conferma anche dalla diminuzione delle segnalazioni giunte alla Lav: meno di 15 (e di scarso rilievo investigativo) quelle ricevute nel 2007. Di contro, si sono registrate segnalazioni in zone nuove, nelle quali non si aveva notizia di simili casi. Non mancano, però, aspetti peculiari: un boss che combatte con un pit bull per dimostrare il suo valore.
La razzia dei mari
Il mare, saccheggiato dalle organizzazioni criminali, secondo il rapporto della Lav, muove un giro di affari annuo di circa 300 milioni di euro attraverso il traffico di datteri di mare, o di ricci, destinato al mercato clandestino di ristoratori compiacenti, all’uso delle «spadare« (reti lunghe anche 20 chilometri, al bando dal 2002, che fanno strage di pescespada e di specie protette come delfini, tartarughe, capodogli, usate ancora a centinaia): nel 2007 sono state sequestrate più di 800 chilometri di reti spadare (pari alla distanza tra Milano e Napoli). Senza sosta la «guerra« che si combatte nella laguna veneta tra «caparozzolanti« (pescatori di vongole) e forze dell’ordine, si tratta di un giro d’affari che frutta a una sola barca circa 500 euro a notte.
Nessun commento:
Posta un commento