giovedì 29 gennaio 2009

Gli scoop cinici e la lotta alla mafia

di DINO PATERNOSTRO
Non ha torto Rita Borsellino quando dichiara di sentirsi ferita come cittadina dall’intervista di Maria Concetta Riina. E non ha torto nemmeno Maria Falcone quando dichiara tutta la sua amarezza. L’obiettivo della figlia del boss non era quello di prendere le distanze dal padre mafioso e da Cosa Nostra, ma di sottolineare che il “capo dei capi” non si pentirà mai, che lo Stato non dovrebbe accanirsi contro il fratello Gianni, così giovane, che un lavoro sarebbe giusto darlo pure a lei e a suo marito. In sostanza, Maria Concetta si appella al volto umano dello Stato, ma dimentica che tanti figli onesti di questo Stato hanno perso la vita per la ferocia della mafia e di boss come suo padre, suo e suo fratello Gianni. Dimentica che, per colpa della mafia, tanti figli non vivono l’amarezza di vedere da dietro un vetro i loro padri, ma l’inconsolabile dolore di averli persi per sempre, di poterli vedere solo in fotografia.
C’è da chiedersi perché “Panorama” nel 1995 e “Repubblica” ieri si siano prestati a fare da “megafono” alla figlia del boss. Per fare uno scoop, a prescindere dalla sua eticità? Non condividiamo, anzi dissentiamo da questo modo cinico di fare informazione. Dal “concittadino” onorario Attilio Bolzoni ci saremmo aspettati di più e di meglio. Specie quando - su Repubblica-Tv - Umberto Garimberti gli ha chiesto se la Corleone di oggi è cambiata. Bolzoni ha glissato, preferendo buttarsi a capofitto sulla Tombstone degli anni ‘50 e ’60, sulle centinaia di morti ammazzati e basta. Gli costava così tanto dire che la Corleone di oggi gli ha conferito la cittadinanza onoraria? Che, pur fra mille contraddizioni, un percorso di legalità l’ha avviato? Che, nonostante tutto, la battaglia culturale contro la mafia “rischia” di vincerla?
d.p.

1 commento:

  1. come mai nessuno a corleone commneta questo articolo.
    parlate di cambiamento
    ma lei stessa dice che la città l'ha accolta calosamente

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