di Marco Guzzetti
Una ventina di comitati già attivi. Formati da militari e poliziotti in congedo. E guidati dal generale Pappalardo. Così si avvia il progetto di esercito regionale
Vogliamo diventare gli occhi e le orecchie delle forze dell'ordine, in quelle comunità dove più forte è il radicamento della criminalità organizzata... Non è una puntata della fiction sul comandante Ultimo, né una storia di mafia e infiltrati alla Donnie Brasco. Sono le parole di un importante generale dei carabinieri, Antonio Pappalardo: l'ex presidente del Cocer che con i suoi proclami dominò il confronto istituzionale con il governo D'Alema, ha lasciato il servizio attivo ma non la passione per le idee rivoluzionarie. Adesso è impegnato in un altro progetto, non meno inquietante: dare alla Regione Sicilia l'autonomia nel settore della sicurezza. Un 'Piano Siculo' che lo vede alla guida di una rete di ex uomini delle forze dell'ordine nel tentativo di consegnare pieni poteri in materia al governatore Raffaele Lombardo.Il piano dell'isola L'opzione 'sicurezza' è ai primi posti nell'agenda di Lombardo. Il governatore di centrodestra ha un obiettivo, scolpito a chiare lettere nel programma del suo Mpa, il Movimento per l'autonomia: "In Sicilia la polizia dovrebbe guidarla il presidente regionale in accordo con le province, piuttosto che con i prefetti". Quella che Lombardo vuole attuare è una norma mai applicata dello Statuto siciliano, vera e propria carta costituzionale dell'isola. L'articolo 31 recita: "Al mantenimento dell'ordine pubblico provvede il presidente della Regione a mezzo della polizia dello Stato, la quale nella regione dipende disciplinarmente, per l'impiego e l'utilizzazione, dal governo regionale. Il presidente della Regione può chiedere l'impiego delle forze armate dello Stato". Altro che guardie padane: in vista della riforma federalista, Lombardo fissa i paletti e punta direttamente al controllo delle forze di polizia e dell'esercito in Sicilia. Non è l'unica rivendicazione: chiede anche il rispetto dello Statuto in quella norma che prevede "l'istituzione delle sezioni siciliane della Cassazione, che amministrino giustizia rispetto alle controversie con competenza territoriale nell'ambito regionale". L'ennesima provocazione del presidente che ha definito impostura l'unità d'Italia e ha dipinto Giuseppe Garibaldi come un criminale sceso in Sicilia per massacrare i contadini? Sotto traccia, gli uomini del suo partito sono già al lavoro per rendere operativo il progetto. Con la regia di Pappalardo, vulcanico generale, compositore e politico. Nel 2000, quando guidava la rappresentanza sindacale dei carabinieri, scrisse una lettera a tutti i reparti dell'Arma in cui ipotizzava la "fondazione di un nuovo tipo di Stato e di una nuova Europa, che i partiti politici così come sono strutturati, e comunque lontani dai problemi dei cittadini, non riescono più a garantire". Fu sospeso dal comando e finì sotto inchiesta, venendo poi prosciolto. Il consigliere militareOggi Pappalardo è il leader, insieme al fratello Pietro (ex consigliere comunale Udc a Palermo), di una costola del Movimento per l'autonomia di Lombardo. Ed è così diventato una sorta di 'consigliere militare' del governatore: è l'autore sia del documento 'Sistema avanzato di sicurezza per la Regione Sicilia' sia di un disegno di legge già consegnato al capo dello Stato e ai presidenti dei due rami del Parlamento. Il progetto prende avvio un anno e mezzo fa, quando il generale fonda l'Associazione per la sicurezza e la legalità. È questo lo strumento che dovrà mettere a regime il progetto di Lombardo. L'Associazione conta già più di 5 mila iscritti e lavora in parallelo con il Supu, il sindacato unitario dei pensionati in uniforme. Il cui inventore, manco a dirlo, è sempre Pappalardo. L'Associazione è ramificata in Sicilia e conta su sedi e iscritti anche in Abruzzo, Umbria e Calabria. Il punto di forza però resta l'isola, dove sono già operativi una ventina di comitati. Al loro interno gravitano carabinieri, poliziotti e finanzieri in congedo. Il primo è stato costituito a Capaci. "Una scelta simbolica", spiega Pappalardo: "Perché lì dove lo Stato è stato sconfitto abbiamo fatto nascere il primo presidio per la legalità". In questa prima fase Pappalardo sta concentrando il suo interesse sui piccoli centri periferici: "Vogliamo diventare gli occhi e le orecchie delle forze dell'ordine in quelle comunità dove più forte è il radicamento della criminalità organizzata e più difficile il contrasto a essa". L'obiettivo finale, spiega l'alto ufficiale a riposo, è "far sì che Lombardo riesca ad applicare l'articolo 31 dello Statuto e diventi il capo della polizia e delle forze armate nella regione. Dovrà essere una sorta di ministro regionale dell'Interno, perché così dice lo Statuto e così si deve fare per sconfiggere la mafia".
Operazione rangers Esiste già una corposa corrispondenza epistolare tra Pappalardo e il presidente siciliano. Nell'ultima lettera, che ha la data del 3 novembre, il generale in pensione allega la bozza della legge che dovrà portare alla creazione della polizia sicula. E si dice pronto ad affiancare il governatore Lombardo con un comitato di tecnici. Tra le righe del progetto, Pappalardo spiega come "la nuova normativa dovrà essere inserita in un contesto culturale, sociale, politico ed economico, che noi definiamo sistema avanzato di sicurezza, che riteniamo opportuno adottare in via sperimentale nelle singole regioni, a partire dalla Sicilia, basato su una nuova concezione del controllo del territorio". Sempre il documento illustra meccanismi operativi: "Il sistema avanzato di sicurezza in Sicilia si dovrà basare su un ufficio di consulenza regionale per la sicurezza con il compito di seguire e valutare i fenomeni criminali nella regione, approntare progettualità per il miglior coordinamento delle attività di polizia nel campo della prevenzione del crimine e nella formazione e educazione civica, approntare documenti per il rispetto dei valori comuni e condivisi, al fine di esaltare il senso della legalità". Il sistema ha forma di piramide. Dall'ufficio di consulenza, alle dirette dipendenze del presidente della Regione, discende "una rete di Comitati per la sicurezza, composta da cittadini, con una articolazione territoriale che preveda un comitato regionale, nove comitati provinciali, uno per ogni provincia, e tanti Comitati locali, uno per ogni Comune". Leggendo poi il testo, si scopre la previsione di utilizzare i pensionati del Supu e aprire la porta ai "collaboratori civili". Un espediente per 'arruolare' nella nascente polizia sicula migliaia e migliaia di giovani, che entreranno a far parte di un corpo civile che si dovrebbe chiamare 'rangers per la Sicilia'.L'uomo del ponteMa il conto di questa organizzazione paramilitare chi lo paga? Stato e Unione Europea, perché Pappalardo è convinto di poter accedere ai fondi del Pon sicurezza. Per questo motivo si sarebbe accreditato al ministro dell'Interno Roberto Maroni, per far sì che il suo movimento, l'Associazione per la legalità, che ha fondato i 'comitati', riesca ad accedere ai 1.250 milioni stanziati per la sicurezza dell'Italia meridionale. Una farsa? Rileggendo la storia c'è poco da ridere. Di sicuro Pappalardo è tra i più fedeli sostenitori del progetto 'Sicilia nazione', lanciato dal presidente siciliano. È stato candidato per l'Mpa alle scorse politiche in ben tre collegi senatoriali, Abruzzo (capolista), Puglia e Sicilia. A sostenere il militare in congedo, Lombardo schierò persino il potentissimo rais politico abruzzese, Remo Gaspari, democristiano doc, nove volte deputato e sedici ministro della Repubblica. Non è bastato: l'ex alto ufficiale resta fuori dal Parlamento, ma continua il percorso di avvicinamento alle pulsioni sicilianiste. È questa una delle chiavi per comprendere la scelta del ministero delle Infrastrutture di nominare l'ex militare nel consiglio d'amministrazione della società Stretto Spa? Il Ponte di Messina, si sa, è uno dei chiodi fissi di Lombardo. E un ufficiale nei secoli fedele nel Cda fa sempre comodo.
L’Espresso, (11 dicembre 2008)
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