Contessa Entellina (*codi*) Avevano messo in atto un vero e proprio piano di scavi, con interventi mirati a recuperare anfore, monete, ed oggetti preziosi nella necropoli del sito archeologico di Entella. Con l’utilizzo di un sofisticato metal detector di ultima generazione, la scorsa notte i cinque tombaroli tutti di Paternò, sono stati arrestati in flagranza di reato dai carabinieri delle stazioni di Contessa Entellina e Roccamena che hanno agito in collaborazione con il Nucleo Radiomobile della compagnia carabinieri di Corleone comandata dal capitano Antonio Merola. L’operazione ha visto impegnati decine di militari dell’arma e numerose autoradio, cha hanno assicurato un capillare controllo del territorio dei comuni di Contessa Entellina, Roccamena, Campofiorito, Corleone, Bisacquino, Chiusa Sclafani, Giuliana . Gli arrestati tutti di Paternò sono: Alfio Sinatra, 48 anni, pregiudicato, Angelo Sinatra, 42 anni, anch’egli pregiudicato, Benedetto Sinatra, 22 anni, incensurato, Giuseppe Strano, 43 anni, pregiudicato, e Antonino Di Stefano, 57 anni, incensurato. A mettere in allarme i carabinieri della Compagnia di Corleone negli ultimi giorni erano state le segnalazioni pervenute dell’Ente che gestisce la riserva naturale delle “Grotte di Entella”, al cui interno insiste un sito archeologico di eccezionale valore storico e artistico risalente al 400 a.C.. Erano state infatti ritrovate dagli addetti alla sorveglianza diverse buche scavate probabilmente di notte e riscontrate evidenti tracce dell’asportazione di reperti archeologici. Immediata è scattata, l’operazione sul territorio. Subito dopo il tramonto i carabinieri della Stazione di Contessa Entellina si sono appostati presso il sito archeologico in attesa e dopo pochi minuti hanno visto giungere un’autovettura con cinque soggetti a bordo. All’alt dei militari, i cinque malviventi hanno tentato una precipitosa fuga che si concludeva però dopo pochi metri. Dalla perquisizione dell’automezzo all’interno del bagagliaio i Carabinieri hanno rinvenuto oggetti e arnesi idonei ad effettuare scavi clandestini: numerose torce, pale, picconi e anche un sofisticatissimo metal detector di ultima generazione. Tombaroli professionisti in trasferta da Paternò, quindi, e non dei semplici avventurieri in cerca di fortuna. Ma le sorprese non erano finite. Nel complesso dispositivo di copertura coordinato dalla Compagnia di Corleone, una pattuglia della Stazione Carabinieri di Roccamena bloccava un’altra macchina a poca distanza dal sito archeologico sul versante nord. A bordo altri due cittadini di Paternò, F.F., 44enn,e pregiudicato e C.G., 28enne, anche lui pregiudicato che sono stati denunciati in stato di libertà. Anche a bordo di quest’autovettura i militari dell’Arma hanno rinvenuto arnesi da scavo e un metal detector. Indagini sono in corso per appurare se i due fermati nei pressi di Roccamena, facessero parte della stessa “spedizione” degli arrestati. Tutto il materiale da scavo e da ricerca è stato posto sotto sequestro. Per gli uomini della compagnia di Corleone l’apprezzamento del comandante provinciale dell’arma colonnello Teo Luzi “L’operazione dimostra l'attenzione sempre costante da parte dei Carabinieri per la tutela del patrimonio archeologico della Sicilia, che è parte integrante ed elemento costituente della storia e della identità siciliana - ha dichiarato l’ufficiale - E’ necessario che gli abitanti sul territorio abbiano consapevolezza di ciò e contribuiscano a tutelare i loro beni archeologici. Se si viene a conoscenza di scavi clandestini è opportuno informare prontamente il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Cultural,e oppure i Carabinieri delle Stazioni presenti sul territorio”.
Cosmo Di Carlo
FOTO. I Carabinieri col materriale sequestrato ai tombaroli
Nessun commento:
Posta un commento