martedì 30 settembre 2008

Incredibile a Palermo. Il Questore diffida un sindacalista: "E' socialmente pericoloso"

Il sindacalista della Cgil Pietro Milazzo ha una «condotta socialmente pericolosa». A dirlo è la questura di Palermo, con tanto di avviso orale per l´interessato, convocato venerdì scorso in commissariato per la reprimenda prevista dalla legge del 1956. È stato lo stesso attivista 57 enne, a capo del dipartimento Immigrazione della Cgil Sicilia, a darne notizia, parlando di un «provvedimento che si applica ai mafiosi. Io ho solo fatto presente agli ufficiali di pubblica sicurezza che non solo sono orgoglioso e rivendico in pieno tutto quanto ho fatto in questi anni, ma che ho tutta l´intenzione, pur nel fare opposizione a quest´atto repressivo ed intimidatorio (non tanto e non solo nei miei confronti), di proseguire sulla mia strada sino in fondo. Nessuna misura repressiva può fermare la mia scelta di vita, razionale e viscerale. Non sono e non voglio essere né un eroe, né un martire». L´avviso orale fa riferimento ai precedenti penali degli anni Settanta - «due condanne, nel ‘72 e nel ‘74, ma sottoposte a riabilitazione. Anche di questo se ne occuperanno gli avvocati», precisa Milazzo e alla mobilitazione per l´ultimo Festino: «Si cita il reato di violazione delle disposizioni su riunioni in luogo pubblico», spiega l´interessato. E la denuncia è del 17 luglio. Milazzo - dipendente della biblioteca della Regione, da anni in distacco sindacale - è quindi inserito tra le persone pericolose: per la legge del 1956, se non cambierà condotta, potrebbe finire sotto sorveglianza speciale. A questa può essere aggiunto il divieto di soggiorno nei casi in cui le altre misure di prevenzione non garantiscano adeguatamente la sicurezza pubblica.Per Milazzo è scattato via Internet, attraverso il sito www. kompa. net, un appello di solidarietà che ha come primi firmatari il professore universitario Fulvio Vassallo Paleologo, il presidente del centro Peppino Impastato Umberto Santino, Toni Pellicane e Nino Rocca del Comitato di Lotta per la casa 12 luglio. Domani è prevista anche una conferenza stampa nell´aula del consiglio comunale a sostegno di Milazzo, e qui potrebbero essere annunciate ulteriori forme di mobilitazione. «Questo "avvertimento" - è scritto nell´appello - lede Pietro così come l´intera vita democratica nella nostra città. Lede Pietro perché tratta la sua personale storia di impegno politico e sociale alla stregua della carriera di un criminale. Lede tutti noi perché intacca la libertà di espressione e di dissenso, l´agibilità politica e il diritto di manifestare». E ieri pomeriggio erano già oltre 250 le adesioni raccolte dall´appello.
La reazione di Milazzo è durissima: «L´avviso è un attacco politico ai fermenti che in questa città esistono e resistono ancora, tra diritti sociali, per la casa e dei migranti. L´amministrazione comunale è stata incalzata sull´emergenza abitativa: da oggi (ieri, ndr) le sette famiglie allontanate dallo Zen il 10 settembre sono tornate a "bivaccare", come dice il sindaco, davanti al palazzo delle Aquile, perché il Comune non paga più l´albergo dov´erano ospitate finora. Noi non difendiamo i furbi, che occupano pur avendo altre proprietà a disposizione, ma non accettiamo che si colpisca chi ha occupato anche senza titolo per necessità, come nel caso degli ultimi sbattuti fuori dallo Zen». Scendono in campo anche i segretari di Cgil Sicilia, Italo Tripi, e di Palermo, Maurizio Calà che chiederanno al questore Alessandro Marangoni (che ha firmato la diffida) un incontro per formalizzare la richiesta del sindacato di ritirarlo, parlando di un provvedimento «inopportuno e immotivato. Il ruolo della questura di Palermo - dicono - è stato storicamente un ruolo di mediazione tra le manifestazioni di disagio sociale e i palazzi del potere, spesso sordi a queste rivendicazioni».
(30 settembre 2008)
Per manifestare solidarietà e sostegno:
redazione@kom-pa.net

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