Tre magistrati sono andati già via dalla Procura di Trapani, i pubblici ministeri Luciano Di Transo, Marco Gaeta, Elisa Pazè, un altro è in procinto di farlo, il sostituto procuratore Delia Boschetto, c’è poi l’ufficio lasciato da un altro magistrato ancora, Alessandra Converso, che dopo un lungo periodo di astensione obbligatoria per maternità, anche lei sarà presto destinataria di trasferimento. Cinque poltrone, dunque, in totale, dell’ufficio inquirente trapanese che sono destinate a liberarsi ma a restare vuote.
E altre se ne renderanno disponibili allo stesso modo, altri pm sono in procinto di chiedere trasferimento per avvicinarsi ai rispettivi luoghi di origine, ma non ci sono certezze sulle nuove nomine. E alla fine si deve prendere atto che quando la lotta alla criminalità di qualsiasi genere si dice e si chiede, e si promette anche, dovrebbe farsi più incisiva si scopre invece che lo Stato di fatto è disarmato. E lo ha fatto da se stesso. Come è successo già altre volte, sempre a Trapani, quando ad un certo punto, tra il 2001 ed il 2003, quando la lotta alla mafia poteva essere accelerata, a seguito della cattura del capo mafia Vincenzo Virga, che era stato latitante per sette anni, riuscendo a tenere le fila dei collegamenti tra mafia, impresa e politica, essa ha conosciuto una fase di stallo, con il tentativo di trasferire investigatori di punta, mettendo in dubbio la capacità di alcuni inquirenti, facendo trasferire un prefetto.
Il caso Trapani di recente è finito sotto esame da parte della Giunta nazionale dell’associazione magistrati.
Ma se le nuove norme di oggi fossero state sempre in vigore, pm, come il trapanese Andrea Tarondo, a Trapani forse non sarebbero mai arrivati. Certamente altri non ne potranno arrivare. “Un problema drammatico – conferma proprio il sostituto procuratore Andrea Tarondo – riguarda
sabato 26 luglio 2008
Trapani, una procura che si svuota, mafiosi e complici ringraziano
Trapani, 24.07.2008 | di Rino Giacalone
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