giovedì 24 luglio 2008
Quando Leoluca Bagarella sposò Vincenzina Marchese
(ANSA) - PALERMO, 23 LUG - Le nozze celebrate oggi a Corleone tra Lucia Riina, ultimogenita del capo di Cosa Nostra, e il giovane rappresentante Vincenzo Bellomo, richiamano quelle di un altro matrimonio di "famiglia", anche se decisamente più fastoso. Era il 29 aprile del 1991 quando Leoluca Bagarella, cognato di Totò Riina e zio di Lucia, impalmò Vincenzina Marchese, anche lei donna di "rispetto". Il ricevimento si svolse nel salone liberty di Villa Igiea, il più esclusivo albergo di Palermo. La sposa, con il tradizionale abito bianco e un lunghissimo velo di organza, scese emozionata da una Rolls Royce, aiutata dal marito che indossava un impeccabile abito scuro. Tra le centinaia di invitati si mischiarono anche numerosi agenti in borghese, che filmarono con discrezione queste "scene da un matrimonio". Come nelle case reali, infatti, le nozze tra i rampolli di "famiglie" con quattro quarti di nobiltà mafiosa per anni avevano cementato alleanze e imposto nuovi equilibri. Ma quel matrimonio, era invece destinato a un finale da tragedia greca, dopo essere stato fortemente osteggiato dallo stesso Totò Riina, all'epoca latitante insieme alla moglie Ninetta, sorella di Leoluca, e ai quattro figli. Il padrino, secondo quanto raccontano i pentiti, si sarebbe opposto perchè i futuri suoceri erano separati. Questioni "d'onore", insomma, che sfociarono qualche tempo dopo in motivazioni ben più gravi. Un fratello di Vincenzina, Pino Marchese, cominciò a collaborare con i magistrati. Un pentimento vissuto in famiglia come un vero e proprio marchio d'infamia. Non basta: nel marzo del '94, mentre Bagarella era nuovamente latitante, la moglie subì un aborto e cadde in un periodo di profonda depressione che la portò al suicidio.Vincenzina Marchese, secondo la ricostruzione effettuata sulla base delle dichiarazioni del pentito Tony Calvaruso, si sarebbe tolta la vita il 12 maggio del 1994. "Quando andai a casa sua - ricorda Calvaruso - trovai Bagarella inginocchiato dinanzi al cadavere. Diceva che la moglie lo 'rimproveravà, facendogli colpa della sterilità del matrimonio". Vincenzina aveva infatti saputo del rapimento del piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio del 'pentito Santo, ed era convinta che a lei "non poteva essere concesso di avere dei figli perchè il marito uccideva i bambini e che per questo Dio la puniva". Anche il pentimento di suo fratello Pino l' aveva turbata: "Bagarella mi diceva che, ogni volta che ne sentiva parlare in tv - ricorda Calvaruso - rimaneva molto scossa e diceva che avrebbe ammazzato il fratello. Lui però sapeva che non era vero, e per rassicurarla le diceva che non gli importava più di tanto". Il corpo di Vincenzina, sempre secondo il racconto dei pentiti, sarebbe stato seppellito di nascosto dal marito. E quando fu arrestato in un medaglione che portava al collo aveva la foto di quella moglie che adorava. (ANSA)
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