Nel quartiere popolare di Palermo gli affiliati al clan Lo Piccolo chiedevano soldi ai residenti con la minaccia di interrompere l'erogazione dei servizi fondamentali. Venti gli ordini di custodia cautelare
PALERMO - La polizia di Stato ha eseguito a Palermo 20 ordini di custodia cautelare in carcere nell'ambito di una inchiesta sulle estorsioni a commercianti della città.I provvedimenti sono stati eseguiti dai poliziotti della Sezione criminalità organizzata, e riguardano appartenenti a Cosa nostra, accusati di estorsione aggravata e continuata nei confronti di commercianti e imprenditori.L'operazione è stata denominata "Addio pizzo 3" e si è avvalsa anche della collaborazione degli imprenditori estorti. Tra gli episodi estorsivi, gli investigatori si sono imbattuti anche nelle richieste formulate dagli affiliati al clan Lo Piccolo nei confronti dei residenti di alcuni padiglioni del periferico quartiere Zen sotto la minaccia di interrompere l'irrogazione di acqua e luce."Siamo davanti a un mutato clima culturale - dice il pm della Dda di Palermo Nico Gozzo, che ha coordinato l'inchiesta insieme ai colleghi Gaetano Paci, Francesco Del Bene e Anna Maria Picozzi - A differenza di quanto accadeva nel recente passato, molte vittime non si trincerano dietro il silenzio e non negano più le richieste estorsive".Oltre 30 i taglieggiamenti accertati dagli investigatori e contestati agli indagati, tra i quali ci sono anche i capimafia di San Lorenzo Salvatore e Sandro Lo Piccolo, arrestati a novembre scorso.Dall'inchiesta è emerso, inoltre, che nel quartiere Zen di Palermo la cosca continua a farsi dare denaro dai cittadini minacciandoli di interrompere l'erogazione di acqua e luce. Il particolare era stato accertato già in passato dagli inquirenti. Incaricato di riscuotere, fino al 2005, era Antonino Lo Brano. Dopo il suo arresto i Lo Piccolo incaricarono Michele Catalano.Sono tre le persone arrestate nel blitz antimafia denominato "Addio Pizzo 3" condotto dalla polizia, a Palermo: Gioacchino Rosario Pensabene, 58 anni; Francesco Di Blasi, 66 anni e Antonino Ciminello, 48 anni. Le altre 17 persone coinvolte nell'inchiesta erano già detenute e la misura cautelare è stata notificata loro in carcere.Si tratta di Piero Alamia, 40 anni; Michele Catalano, 49 anni; Domenico Ciaramitaro, 34 anni; Antonino Cumbo, 42 anni; Giovanni Cusimano, 67 anni; Salvatore Davì, 60 anni; Salvatore Genova, 50 anni; Giovanni Battista Giacalone, 35 anni; Andrea Gioè, 39 anni; Antonino Lo Brano, 40 anni; Salvatore Giovanni Lo Piccolo, 65 anni; Sandro Lo Piccolo, 33 anni; Antonino Mancuso, 47 anni; Francesco Palumeri, 48 anni; Carmelo Giancarlo Seidita, 33 anni; Domenico Serio, 31 anni; Massimo Giuseppe Troia, 32 anni.
02/07/2008
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