sabato 10 maggio 2008

CINISI. In seimila per Peppino Impastato, ussico dalla mafia trenta anni fa

Il fratello Giovanni: "Fra Terrasini e Cinisi mai una manifestazione così nutrita". Il corteo finisce davanti alla casa a 'cento passi' da quella del boss Badalamenti

CINISI (PALERMO) - "Fra Terrasini e Cinisi non si era mai vista una manifestazione antimafia così nutrita". Le parole di Giovanni Impastato, fratello di Peppino, hanno salutato il corteo che ha ripercorso l'ultimo tragitto fatto con la sua auto dall'ex militante di Democrazia proletaria prima di essere assassinato dagli uomini di Tano Badalamenti, la notte tra l'8 e il 9 maggio di trent'anni fa.

Dalla vecchia sede di 'Radio Aut', a Terrasini, le oltre seimila persone dietro lo striscione con su scritto "La mafia uccide il silenzio pure", hanno raggiunto Cinisi, dove la manifestazione si è conclusa davanti alla casa natale di Peppino Impastato, a 'cento passi' dall'abitazione del boss Badalamenti, come ricorda il titolo del film di Marco Tullio Giordana. Un importante punto di memoria e raccordo delle diverse esperienze antimafia e di impegno civile che è stato trasformato da Giovanni Impastato, nella "Casa Memoria Peppino e Felicia Impastato", intitolata anche alla madre che fino alla morte nel 2004 si è battuta per ottenere verità e giustizia. Solo nel 2002 Badalamenti fu condannato all'ergastolo come mandante del delitto, per anni archiviato come un incidente da inquirenti che avevano preso per buona la messinscena dei mafiosi: il cadavere di Impastato, esponente di Democrazia proletaria, era stato abbandonato sui binari nei pressi della stazione di Cinisi, come se fosse morto durante un attentato dinamitardo che stava preparando.

Fra la folla anche l'ex leader di Dp, Mario Capanna, un gruppo in rappresentanza del comitato "No Dal Molin" e uno di quello "No Tav". Luisa Impastato, nipote di Peppino, ha distribuito quattromila fiori, gerbere donate al forum sociale antimafia, da un'associazione pugliese. Presente anche Francesco Caruso, espressione dei movimenti no global. E poi i vecchi compagni di Peppino e tanti giovani del movimento antimafia rinato negli ultimi mesi a Palermo. Nel corteo, che all'ingresso a Cinisi ha intonato "Bella ciao", tante bandiere rosse. Ma lungo la strada dei "cento passi" la maggior parte delle finestre sono rimaste ancora una volta chiuse e pochissime persone si sono affacciate.


"Cinisi ha fatto una scelta antimafia chiara, non è più dalla parte di Tano Badalamenti, ma si riconosce in Peppino Impastato", ha detto il sindaco Salvatore Palazzolo annunciando che "L'aula del consiglio comunale sarà intitolata a fine giugno a Peppino Impastato".

(9 maggio 2008)

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