mercoledì 2 aprile 2008

Una giornata storica per coniugare Legalità e Sviluppo

di DINO PATERNOSTRO
GORGO DEL DRAGO (Corleone) – La scelta è stata di quelle forti, che lasciano il segno. Da Corleone e dalla la masseria confiscata a "don" Totò Riina, già ristrutturata ed assegnata alla cooperativa "Pio la Torre", che vi gestirà un agriturismo, i vertici nazionali di Legacoop hanno lanciato la proposta di
«un grande patto per la legalità». Una proposta, lanciata da luoghi fortemente simbolici ed evocativi, rivolta alle altre organizzazioni imprenditoriali «per unire gli sforzi di tutti e combattere l'illegalità: le mafie, ma anche il lavoro nero, l'inquinamento degli appalti, le morti bianche», ha detto Giuliano Poletti, presidente di Legacoop. «Noi confermiamo la scelta etica e politica – ha detto Poletti - di sostenere le imprese cooperative, che non scendono a patti con Cosa Nostra». Ma, per funzionare, la legalità deve camminare insieme allo sviluppo. Per questo Legacoop ha scelto di sostenere le cooperative sociali (nel corleonese ne operano già tre), che gestiscono beni confiscati. E chiederà al prossimo parlamento che venga migliorata la legislazione per il riuso sociale dei beni strappati alla criminalità, accorciando i tempi tra il sequestro, la confisca e l'assegnazione, assegnando agli enti locali e alle coop i fondi necessari per rimettere in produzione i beni assegnati. «Ma vogliamo stringere un rapporto con le scuole – ha detto ancora Poletti – per diffondere la cultura d'impresa, perché solo così si potrà costruire sviluppo pulito». «Come Legacoop - ha concluso il presidente - vogliamo ulteriormente testimoniare il nostro impegno nella lotta contro la criminalità organizzata e per la legalità, dedicando a questo tema la prossima Giornata Mondiale della Cooperazione, istituita dall’ONU, che si celebra ogni anno il primo sabato di luglio».

Ad accogliere i componenti della presidenza nazionale e siciliana di Legacoop, apprezzandone la scelte, c'erano i giovani soci della coop "Pio la Torre", quelli della "Placido Rizzotto" e della "Lavoro e non solo". E poi il sindaco di Corleone, Nino Iannazzo e gli altri sindaci del Consorzio "Sviluppo e Legalità", dirigenti della Cgil, esponenti di Libera e Arci.

Intervenendo per portare un saluto a nome della Cgil, ho ringraziato Legacoop per la scelta di lanciare da Corleone e dalla masseria confiscata a Riina la proposta di un patto per la legalità. Ho ricordato che queste terre di Drago sono le terre per cui si battevano Placido Rizzotto e i contadini nel secondo dopoguerra. Rizzotto fu assassinato dalla mafia e non riuscì a strappare quelle terre ai mafiosi. Oggi, finalmente, lo Stato c'è riuscito, assegnandole alla coop Pio la Torre. Un fatto importante: i figli e i nipoti di Rizzotto stanno riuscendo a far vivere il suo sogno di allora. Sono i giovani di queste cooperative sociali che gestiscono i beni confiscati alla mafia i veri eredi del movimento contadino del secondo dopoguerra.

D.P.

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