Palermo, 21 gennaio - "Il Sud, la cui distanza dal Nord del paese si accentua sempre più come ha recentemente mostrato l'ultimo rapporto ISTAT sullo stato del Paese, è destinato alla sconfitta se la sua immagine rimarrà quella di Cuffaro che festeggia con cannoli e pasticcini una condanna a "soli" 5 anni per aver favorito "solo" singoli mafiosi e non tutta la mafia... Vedo con piacere che l'onorevole Miccichè sembra porsi qualche problema rispetto ai tanti festeggiamenti, ma oltre a scrivere brevi note per la stampa, da politico e da amministratore potrà, se vorrà, fare atti conseguenti."
Lo ha dichiarato oggi Cesare Salvi, presidente della Commissione Giustizia del Senato, partecipando alla conferenza stampa della Sinistra Democratica sulla situazione della Giustizia e della Sicurezza in Sicilia.
Francesco Cantafia, che rappresenta la Sinistra Democratica e la Sinistra Arcobaleno all'ARS ha preannunciato una mozione di sfiducia: "mi auguro - ha detto - che sia una mozione unitaria di tutto il centrosinistra, ma anche se così non fosse sarà chiaro che su questo documento si valuterà chi è davvero a favore e chi è davvero contro la permanenza di Cuffaro; vedremo ad esempio se i presunti mal di pancia di alcuni esponenti del centrodestra sono davvero sussulti di etica o miseri tentativi di salvare la faccia davanti ad una opinione pubblica che, pure fra gli elettori del centrodestra, è disgustata dallo spettacolo di questi giorni."
Cantafia ha poi affrontato il tema della sicurezza in Sicilia, ricordando che a fronte dei successi ottenuti in questi mesi con l'arresto di tutti i vertici di "Cosa nostra" continua una opera di smantellamento delle strutture investigative e repressive nell'isola.
Ha ricordato ad esempio come "da un lato la Procura di Palermo rischia lo smantellamento per l'applicazione stupidamente burocratica della norma che prevede una permanenza massima di 8 anni per i Magistrati nella medesima sede" o come "le forze di Polizia debbano fare i conti con una incredibile carenza di organico (solo 5 investigatori per le indagini sui reati contro e nella pubblica amministrazione e i reati di corruzione) e di strutture (la maggioranza dei computer della Questura di Palermo sono di proprietà di singoli agenti e la disponibilità di carta e inchiostro dipende ormai dalla gentilezza di questo o quell'altro fornitore)."
Citando il caso specifico della cattura di Bernardo Provenzano, Cantafia ha attaccato quella che ha definito "una folle gestione delle risorse: le indagini su Provenzano sono costate circa 2 milioni di euro e sono state esternalizzate dando in appalto le attività di intercettazione ad una ditta privata. La stessa somma, con risultati analoghi in termini investigativi ma con risultati certamente migliori in termini strutturali, avrebbe potuto essere destinata all'acquisto, invece che all'affitto, delle microspie utilizzate, rendendole disponibili per future attività di indagine."
"Siamo di fronte - ha detto Cantafia confortato anche dalle cifre fornite dal Segretario nazionale del SILP Cgil Claudio Giardullo secondo cui nei prossimi anni l'organico della Polizia si potrebbe ridurre di 6.000 unità per insufficienza di risorse economiche - ad un quadro desolante: mentre tutti confermano che si potrebbe finalmente vincere la mafia che ha in questo momento perso ogni guida e vertice organizzato e riconosciuto, sembra che da parte dello Stato non vi sia la capacità assestare questo colpo finale, andando a recidere le basi su cui un nuovo vertice potrebbe innestarsi."
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