giovedì 24 gennaio 2008

Esplode a Mosca l'italiano-mania!

GIOVANNI PERRINO*
Mosca, si sa, è una città un pò freeze ma è anche vero che la metropoli è diventata negli ultimi anni una delle città più cool d’Europa.
Con la crescita dell’economia, volano i consumi. I moscoviti, sepolta la tradizionale nordica riservatezza, adorano l’european way of life: dalle auto ai viaggi, al cibo, al vestiario, la città, man mano che diventa più curata ed elegante, assume un look decisamente internazionale.
Certo nessun moscovita è disposto a cedere di un millimetro sul valore della cultura e delle tradizioni di un Paese come la Russia che ne è ricchissimo, ma oggi queste vengono vissute non più in un contesto asfittico come nel passato, bensì in una rete di relazioni dialettiche dove la severità irrinunciabile dell’identità nazionale si incontra con il buon gusto e le raffinate selezioni tanto nei confronti dei beni di consumo quanto nelle scelte di vita.
Mosca, capitale di un Paese immenso, é la metropoli che concentra i simboli del potere politico, economico e culturale e anche per tali motivi detiene un innegabile ruolo di leadership nel Paese.
Mentre prima l’orologio della Torre Spasskaja sul Cremlino trasmetteva a tutta la Russia il suono delle sue ore, oggi invece trasmette fino alle citta’ piu’ lontane un ritmo frenetico.
La città consuma i suoi miti, li brucia, li assimila voracemente e li trasmette al resto del Paese come da sempre avviene coi rintocchi del magico orologio.
Le altre città, a parte la raffinata San Pietroburgo, tendono l’orecchio, assorbono, importano, assimilano. Così é tutto un fiorire di mode, avanguardie artistiche e culturali che per Mosca transita e da Mosca si irradia fino all’Estremo Oriente e per il Caucaso alla riviera del Mar Nero fino a Soci che nel 2014 ospiterá le Olimpiadi Invernali.
Non è il caso di ripercorrere le affinità artistiche e culturali che da sempre hanno calamitato Italia e Russia. Una splendida mostra di pittura di tre anni or sono ebbe il felice titolo di “ La reciproca meraviglia”, a sottolineare proprio il secolare interfacciarsi delle due culture e il rincorrersi fecondo delle reciproche esperienze artistiche.
Mai come oggi l’interscambio economico tra Italia e Russia cresce a ritmi vertiginosi: l’import é aumentato del 30% solo nel corrente anno, percorrendo non solo i sentieri tradizionali della moda e del cibo, ma anche quelli delle tecnologie avanzate e della meccanica, ai quali si affianca un vero e proprio boom del turismo e della finanza.
Come un buon Chianti o un raffinato tailleur, era naturale che il boom economico soffiasse anche sulla diffusione della lingua italiana.
Oggi l’italiano non é più percepito soltanto come la lingua colta e bella da ascoltare nelle opere liriche o nelle canzoni d’amore ma, anche e sempre più, la lingua degli uomini d’affari, la lingua di lavoro di chi viaggia, commercia, investe nel nostro Paese ed a questo guarda con la tradizionale simpatia ma anche con interesse.
Come accade per i beni di consumo nei quali la leadership italiana é incontrastata, le richieste di apprendere l’italiano aumentano in modo esponenziale.
Non solo i corsi per adulti sono sempre più affollati, ma anche le richieste delle scuole dove si insegna la lingua italiana, per usare un termine economico, si impennano. In pool position, gli scambi culturali fra scuole e le collaborazioni fra le Università che si costituiscono in rete per attivare iniziative comuni di rilievo internazionale.
La Mostra del libro dedicata alle scuole, BibliObraz, che gode del patrocinio del Cremlino, ha visto protagonista l’elegante stand italiano allestito in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e ben 24 eventi culturali col marchio Made in Italy sono stati seguitissimi da giovani e adulti.
Negli ultimi due anni, solo nella città di Mosca, le scuole dove si insegna la lingua italiana sono passate da 2 a 25 mentre in 14 città, da Pietroburgo a Vladivostok, da Irkutsk a Rostov é stato attivato nelle scuole l’insegnamento della lingua italiana.
Un impegno enorme, quasi gigantesco, forse perché inatteso almeno nelle attuali proporzioni.
Come avviene nelle aziende, si fa fronte alle richieste intensificando i turni di lavoro e prevedendo maggiori investimenti, ma ciò non toglie che, quando una scuola attiva corsi di italiano, è una vera emozione pari a quella che prova un’azienda quando si apre un nuovo punto vendita.
Nel panorama delineato, tra le new entries, la Scuola – Centro per l'educazione n. 1409 di Khodinskyj Blv. è un fiore all’occhiello della rete PRIA, un acronimo che in russo sta per “ Programma per la Diffusione della Lingua Italiana”.
Già dinamico punto di coordinamento della rete Mosca – Taranto, la Scuola n. 1409 ha attivato l’insegnamento della lingua italiana come prima lingua straniera a partire dalla 1° classe della primaria.
La scuola, un modernissimo edificio dotato delle più avanzate attrezzature si trova nel rione Grand Park, poco distante dagli eleganti quartieri di Sokol e di Polezhaevskaja e si colloca fra le principali sedi di istruzione della zona nord della città.
La scuola inoltre coordina 10 istituti scolastici nelle quali si insegna la lingua italiana e si effettuano ogni anno numerosi viaggi di studio ed iniziative culturali che godono anche del sostegno dei Programmi Comunitari Europei.
A Irina Viktorovna Ilicëva, dinamica dirigente della scuola ed instancabile divulgatrice dell’insegnamento dell’italiano, poniamo alcune domande sui motivi che sono alla base delle sue scelte.

1) Negli ultimi due anni a Mosca le scuole dove si insegna l’italiano sono passate da 2 a 25. A che cosa si deve, secondo lei, questo boom?
- Penso che tale richiesta sia dovuta principalmente allo sviluppo dei rapporti economici e culturali. Ma ciò non basta, si pensi alla ricchezza di relazioni che da secoli attraggono i nostri due Paesi come poche altre nazioni al mondo. La scuola può fare molto per attivare processi formativi che aprano la strada a società dialoganti sulle basi della tolleranza e della comprensione reciproca. La collaborazione e lo scambio di idee, come pure la conoscenza delle rispettive lingue, non può che favorire programmi educativi di alto livello. Noi siamo assolutamente convinti dell’importanza e dell’efficacia del nostro lavoro.

2) Fra qualche anno nella Sua scuola, centinaia di studenti che ora sono principianti, parleranno italiano. Che cosa cambierà nell’organizzazione della scuola e che cosa questo impegno significherà per le altre scuole che vorranno seguire il suo esempio?
- Credo che molti riconosceranno che in Russia è venuto il momento di elevare il livello qualitativo dei percorsi formativi per essere sempre più competitivi con altri sistemi scolastici. Occorre comunque essere credibili agli occhi dei nostri giovani che hanno sempre più bisogno di conoscenze aggiornate e in linea con le altre nazioni. I giovani viaggeranno, studieranno e lavoreranno non solo nel loro Paese ma in tutta Europa e per questo é indispensabile dare loro gli strumenti più adatti.

3) Come giudica la decisione del Ministero di inserire l’italiano fra le lingue che potranno essere ufficialmente insegnate in tutte le scuole della Federazione Russa?
- Sicuramente in maniera positiva in quanto porterá nel sistema scolastico russo un valore aggiunto in linea con la grande tradizione pedagogica diel nostro Paese. Sono convinta che questa innovazione contribuirá ad un’ulteriore diffusione della lingua italiana e darà modo di coinvolgere nei nostri programmi un numero ancor maggiore di scuole.

4) La Sua scuola coltiva un sogno: diventare un luogo in cui a Mosca la scuola russa e la scuola italiana si incontrano e lavorano insieme. Come intende realizzarlo?
- Il rafforzamento delle collaborazioni con le scuole italiane non riguardano solo i tradizionali scambi culturali ma anche il lavoro su progetti comuni riguardanti la letteratura, la storia, la storia dell’arte. E’ naturale che dovremo provvedere alla formazione dei docenti e questo contribuirá a fare della scuola un punto di riferimento per i rapporti bilaterali nel settore dell’istruzione e della formazione.

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Tra le scuole di Mosca nelle quali si studia l’italiano c’è la scuola n. 136 che si trova in ul. Krasina n.20, vicino a Piazza Majakovskij in pieno centro cittadino. In base ad un protocollo d’intesa bilaterale, la scuola n. 136 ospita da anni un liceo bilingue italo – russo nel quale gli allievi studiano in lingua italiana le principali discipline e alla fine conseguono un diploma valido per l’iscrizione alle Università dei due Paesi.
Alla Dirigente Raissa Ivanovna Fëderetz, da anni decana del liceo bilingue, chiediamo di parlare della sua esperienza.

1) Come giudica nella sua scuola l’esperienza del liceo bilingue? E’ un’esperienza nuova ed originale che da alcuni anni viene sperimentata in alcuni Paesi sulla base di specifiche intese fra i Ministeri dell’Istruzione.

- Noi siamo onorati di ospitare questa sezione bilingue: il suo curriculum è piuttosto impegnativo in quanto gli studenti al termine del corso di studi conoscono molto bene la lingua italiana ed in alcune discipline la loro preparazione è simile a quella dei loro colleghi italiani. Si tratta di un’esperienza nuova che anno dopo anno cambia l’immagine stessa della nostra scuola. L’attività didattica si incrocia e si confronta in continuazione; il lavoro sia per i docenti russi sia per quelli italiani é molto stimolante e questo influisce positivamente sulla formazione degli studenti.

2) Cos’è cambiato nella Scuola n.136 con la nascita di questo nuovo corso di studi?
- Sicuramente nella scuola si respira un’atmosfera culturale italiana ed insieme europea molto interessante per le innegabili ricadute che essa ha sull’esperienza formativa degli studenti. La lingua italiana di per sé é una lingua estrememente generativa ed accogliente per cui tanto gli studenti quanto i docenti sono come calamitati dal reciproco interesse linguistico e culturale. Dopo l’apertura della sezione bilingue, i nostri studenti hanno partecipato con successo a molti concorsi che si svolgono sia in Italia sia in Russia risultando mediamente più preparati degli altri.
E’ chiaro che anche l’organizzazione scolastica dovrá cambiare e aprirsi sempre più alle innovazioni pedagogiche e didattiche poste dalle nuove esigenze.

3) La scuola 136 per la sua esperienza può svolgere un ruolo di leadership nei confronti delle altre scuole dove si sta sviluppando l’insegnamento della lingua italiana. In che modo pensa di mettere a disposizione il patrimonio di esperienze accumulato?
- In stretto rapporto con l’Ufficio Istruzione dell’Ambasciata i nostri studenti partecipano attivamente alle piu’ importanti manifestazioni che si tengono a Mosca.
La collaborazione con le altre scuole del Programma PRIA sta dando buoni frutti ed anche con l’Istituto Italiano di Cultura e con la Dante Alighieri abbiamo programmi comuni ed i nostri allievi partecipano alle loro attività.

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Per concludere il panorama della Mosca che parla italiano, occorre, dulcis in fundo, visitare la scuola italiana “I. Calvino”, sita in Leninskij Prospekt 78/A. La scuola, totalmente rinnovata negli interni e nelle attrezzature, offre i corsi di scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado corrispondente all’8 classe russa e, dal prossimo anno scolastico, anche il corso liceale. Nella scuola prestano servizio docenti italiani e russi, ma la metodologia didattica è rigorosamente italiana, seppure in un contesto multilingue e aperto in modo particolare alla società russa nella quale la scuola è inserita.
Infatti, ben il 30% degli allievi è di nazionalità russa e sempre più sono le famiglie moscovite che iscrivono i propri figli alla “Calvino” per dar loro, fin dai primi anni, un’educazione interculturale e orientata verso la lingua e la cultura italiana.
Negli ultimi anni, in coincidenza con il rilancio qualitativo della scuola italiana, le liste d’attesa per le iscrizioni alla Calvino si allungano di anno in anno tanto da far pensare alla necessitá di nuovi locali proprio per rispondere alle richieste dell’utenza che, specie nella scuola dell’infanzia, é particolarmente numerosa.

Anche alla Dirigente Prof.ssa Giusa Lancini poniamo alcune domande per completare il quadro delle diverse tipologie di scuole nella Mosca che studia e parla italiano.

1) Prof.ssa Lancini, la Scuola italiana “I. Calvino” è capofila del Programma P.R.I.A. Che significa?
- Il Programma P.R.I.A. rappresenta in questi anni il principale contributo alla diffusione della lingua italiana in Russia. Per la scuola Calvino questo costituisce un’importante occasione per il rilancio della scuola come centro di formazione, di innovazione pedagogica e didattica e come luogo di relazioni fra le reti di scuole che afferiscono al Programma.

2) La Scuola ospita molti studenti russi e di altre nazionalità. Quali le scelte didattiche della scuola e dell’offerta formativa per una scuola come questa profondamente integrata nella realtà moscovita.
- Le scelte didattiche si concretizzano nella creazione di progetti che corrispondano alle varie esperienze culturali degli studenti presenti nella scuola. Ciò é in linea con quanto prevedono le attuali indicazioni normative ed i tradizionali orientamenti della pedagogia italiana. Riteniamo importante la scelta di garantire alla nostra utenza russa la possibilità di continuare a studiare seriamente la lingua madre attraverso corsi curricolari per diversi livelli.

3) Con l’attivazione del liceo quadriennale la scuola aprirà alla comunità italiana un percorso di studi completo fino all’esame di Stato del tutto simile alla scuola del territorio metropolitano. Quale significato ha tutto ciò per la comunità italiana a Mosca?
- Il Liceo quadriennale consente di offrire all’utenza un corso di studi completo dalla Scuola dell’Infanzia alla Secondaria di II° grado – che permette l’immediato accesso alle Università italiane ed Europee. Fino ad ora l’esperienza formativa veniva bruscamente interrotta al terzo anno della Secondaria di I° grado costringendo spesso i genitori a fare scelte obbligate che potevano anche tradursi nella separazione dai figli costretti a tornare in Italia per continuare gli studi. Sono convinta che l’attivazione del liceo quadriennale servirà a cementare e rafforzare la comunità italiana e andrà a tutto vantaggio del progetto educativo e formativo della Scuola stessa.

4) A Mosca, come nelle altre città della Russia, la richiesta di imparare la lingua italiana vola a ritmi esponenziali. Già da altre città russe giungono proposte di tenere corsi online per i figli degli italiani temporaneamente residenti in Russia per motivi di lavoro. Come pensa la scuola “Calvino” di affrontare tale problema?
- Compito di ogni buona scuola é quello di dare all popolazione un’offerta formativa che risponda alle esigenze delle persone e del territorio. La Scuola italiana “I. Calvino” già si sta attivando per rispondere a queste nuove richieste dei numerosi operatori economici presenti sul territorio della Federazione Russa. Tale idea, pensata inizialmente per i figli dei tecnici italiani del nuovo stabilimento IVECO di Nizhnij Novgorod, potrà essere estesa anche ad altre analoghe situazioni. Noi tutti siamo convinti dell’efficacia del progetto educativo italiano e del fatto che l’istruzione, nel contesto attuale di forte concorrenzialità, si qualifica sopratutto attraverso l’efficienza organizzativa e la qualità dell’offerta formativa.
Pertanto guardiamo con estremo favore all’idea di una scuola on line per le comunità italiane che si trovano in città dove non esistono scuole dove si insegna la lingua italiana.
Per noi questa sarà una sfida vera e propria per l’innovazione dei contenuti e delle metodologie d’insegnamento e per i figli degli italiani all’estero una formidabile opportunità di potere continuare gli studi intrapresi.
Giovanni Perrino*
*L'autore del presente servizio è dirigente delle scuole italiane in Russia

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