martedì 25 dicembre 2007

Grazia a Contrada, Mastella accelera: "L'istruttoria avrà tempi brevi"

Il ministro della Giustizia spiega perché ha accolto l'istanza del Capo dello Stato. "Spero si faccia prima dei soliti sei mesi, l'urgenza deriva dalle condizioni di salute". L'ex funzionario Sisde sta scontando 10 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Rita Borsellino, contraria, chiede di incontrare Napolitano: "Ipotesi estremamente grave"


ROMA - "Mi sembrava un atto dovuto, visto anche l'allarme destato dalle condizioni di salute" di Bruno Contrada. Il ministro della Giustizia Clemente Mastella - nel corso di un'intervista al Gr Rai - ritiene "giusto" l'aver avviato l'istruttoria per un'eventuale concessione della grazia all'ex funzionario del Sisde, condannato a 10 anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa. L'istruttoria sollecitata dal Capo dello Stato prevede la richiesta dei pareri (tecnici e non vincolanti) alla procura generale di Palermo e al Tribunale di sorveglianza di Napoli. La sua durata - spiega Mastella - potrebbe essere breve: "In questo caso l'urgenza deriva dalle condizioni di salute. Normalmente per l'attivazione di questi strumenti si impiegano sei mesi. Io mi auguro che si faccia molto, molto prima". L'interessamento del Quirinale e del ministero della Giustizia alla vicenda parte dal "dramma che sta vivendo Contrada", perché, aggiunge Mastella, "io valuto l'aspetto umano, come anche il presidente della Repubblica ha valutato questo". L'interessamento del ministero della Giustizia, inoltre, non è nuovo: "Per la verità - sottolinea il Guardasigilli - a seguito della lettera che mi era stata inviata dall'avvocato (di Contrada, ndr), eravamo già intervenuti precedentemente sul Tribunale di sorveglianza di Napoli per vedere un po' il da farsi, nei limiti di quello che non appare mai un'interferenza del ministro rispetto all'attività della magistratura". Quanto all'ipotesi di una revisione del processo, Mastella frena: "Non è qualcosa che attiene a me". La possibilità che a Contrada venga concessa la grazia non piace a Rita Borsellino, la sorella di Paolo, il magistrato antimafia ucciso nel 1992, che intende chiedere un incontro al capo dello Stato Giorgio Napolitano nel tentativo di evitare questo passo. "Ritengo questa ipotesi estremamente grave - spiega - Contrada è stato condannato per reati commessi tradendo la sua funzione di servitore dello Stato, quello stesso Stato per cui Giovanni (Falcone, ndr), Paolo e tanti altri rappresentati delle istituzioni hanno consapevolmente dato la vita".
"Comprendo i sentimenti di pietà che si possono avere nei confronti di un uomo nelle condizioni di Contrada - aggiunge Rita Borsellino - ma la sua vicenda giudiziaria ha sempre lasciato l'alea del dubbio sul fatto che il dirigente del Sisde abbia detto fino in fondo ciò che sapeva sulle complicità di parte delle istituzioni con l'organizzazione mafiosa". "Uno Stato deve sapere distinguere e ricordare - conclude - altrimenti il rischio, dirompente per un Paese democratico fondato sulla giustizia, è che domani possa apparire legittima e dovuta anche la grazia ai boss mafiosi".
(La Repubblica, 25 dicembre 2007)

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