PALERMO - Ricorre oggi il 25° anniversario dell'omicidio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, della moglie Emanuela Setti Carraro e dell'agente di scorta Domenico Russo. Era il 3 settembre del 1982, da poco erano scoccate le 21,15. I sicari entrarono in azione in via Isidoro Carini, facendo fuoco sull'auto sulla quale il prefetto viaggiava insieme alla moglie. L'agente li seguiva a bordo di un'Alfetta. Tutti trucidati sotto una tempesta di colpi di un kalashnikov. In questi 24 anni gli investigatori, anche grazie alla testimonianza dei pentiti, sono riusciti a ricostruire la dinamica esatta della strage, ad identificare i killer ed i vertici di Cosa Nostra che ordinarono l'eccidio. Lo stesso non può dirsi per i mandanti occulti, per coloro che esercitarono le pressioni sulla cupola. Restano infatti molti i misteri sul delitto.
Le fasi dell'eccidio sono state ricostruite dai pentiti, Calogero Ganci e Francesco Paolo Anzelmo. Entrambi per la morte del generale dovranno scontare 14 anni di reclusione. L'A112, su cui si trovavano il prefetto e la moglie, venne affiancata e superata da una Bmw 518 su cui viaggiavano Antonino Madonia e Calogero Ganci. A fare fuoco con un kalashnikov fu Madonia.
Una seconda vettura, guidata da Anzelmo, seguiva il prefetto, pronta ad intervenire per bloccare l'eventuale reazione dell'agente di scorta. Russo fu assassinato da Pino Greco "Scarpuzzedda" che seguiva i suoi complici a bordo di una moto. La A112, dopo essere stata investita dal fuoco del kalashnikov, sbandò, costringendo l'auto dei killer a sterzare bruscamente a destra.
Dalla Chiesa verrà ricordato oggi, alle ore 19.00, a Corleone con una cerimonia organizzata dal Centro Internazionale di Documentazione sulle Mafie e il Movimento Antimafia, nei locali di San Ludovico.
3 settembre 2007
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