Che gli Ato-rifiuti siano dei carrozzoni mangia-soldi, capaci solo di elargire laute indennità ai loro amministratori e assunzioni superflue e clientelari a favore di questo o di quell’altro ras politico, non ci sono più ragionevoli dubbi. Che, poi, abbiano fallito l’obiettivo di garantire una gestione efficiente ed efficace dei rifiuti, accelerando sulla raccolta differenziata, anche questo è accertato. Al di là della posizione critica del sindaco di Piana degli Albanesi, Gaetano Caramanno, motivata probabilmente da poco nobili contrapposizioni pregresse, anche l’Ato “Belice Ambiente” di Monreale non sfugge a questa logica. Basti pensare alle assunzioni e alle promesse di assunzioni clientelari operate alla vigilia delle regionali del 2006 dal suo ex presidente Salvino Caputo (An), eletto (guarda caso!) deputato regionale. O a quelle più recenti dalla “nuova” gestione. Nella sola Corleone, vi sono ben 5 impiegate amministrative dell’Ato, che non si capisce bene cosa facciano. E, se a queste si aggiungono tutti gli impiegati che operano a Bisacquino, si capisce del deficit di bilancio. La prof.ssa Giangrande vuole spiegare il “buco” di 2 milioni e 700 mila euro con i costi legati all’avvio della raccolta differenziata, ma se si guarda ai risultati conseguiti c’è da restare senza parole. L’ultimo dato disponibile, quello del maggio 2007, ci dice, infatti, che i comuni più grandi per abitanti sono tutti nei gradini più bassi della classifica, con percentuali ad una cifra. L’ultimo posto l’occupa Belmonte Mezzagno con l’1,53%; il penultimo (guarda caso!) Corleone con il 2,26% (brava Sicula Ciclat, bravo Ato e bravo comune!); il terz’ultimo Altofonte con il 2,44%, il quart’ultimo Monreale con il 4,46%; il quint’ultimo S. Giuseppe Jato con il 4,58%, il sest’ultimo S. Cristina Gela con il 5,53%, il sett’ultimo Piana degli Albanesi con il 9,68%.
I comuni che hanno percentuali più alte sono tutti piccoli comuni (onore al merito, comunque!), che incidono poco nella media complessiva. Al primo posto, per esempio, c’è Campofiorito con il 62,03%, al secondo Roccamena con il 47,23%, al terzo posto Giuliana con il 43,83%, al quarto posto Chiusa Sclafani con il 39,76%, al quinto posto Camporeale con il 36,35%, al sesto posto Contessa Entellina con il 35,64%, al settimo posto Palazzo Adriano con il 33,81%, all’ottavo posto Bisacquino con il 33,04%, al nono posto Prizzi con il 21,37% e al decimo posto S. Cipirello con il 20,17%. Come si vede, quasi tutti i comuni sono lontani dall’obiettivo medio del 30% dato dalla Regione Siciliana. Una Regione poco credibile, perchè non esercita nessun tipo di controllo sugli Ato, limitandosi solo ad aver istituito una costosissima Agenzia regionale, che sembra anch’essa finalizzata a dare laute indennità al direttore e ai suoi collaboratori. E intanto, però, i cittadini e le imprese continuano a pagare bollette Tarsu sempre più alte, per avere un servizio tra i più scadenti d’Italia.
d.p.
9 luglio 2007
I comuni che hanno percentuali più alte sono tutti piccoli comuni (onore al merito, comunque!), che incidono poco nella media complessiva. Al primo posto, per esempio, c’è Campofiorito con il 62,03%, al secondo Roccamena con il 47,23%, al terzo posto Giuliana con il 43,83%, al quarto posto Chiusa Sclafani con il 39,76%, al quinto posto Camporeale con il 36,35%, al sesto posto Contessa Entellina con il 35,64%, al settimo posto Palazzo Adriano con il 33,81%, all’ottavo posto Bisacquino con il 33,04%, al nono posto Prizzi con il 21,37% e al decimo posto S. Cipirello con il 20,17%. Come si vede, quasi tutti i comuni sono lontani dall’obiettivo medio del 30% dato dalla Regione Siciliana. Una Regione poco credibile, perchè non esercita nessun tipo di controllo sugli Ato, limitandosi solo ad aver istituito una costosissima Agenzia regionale, che sembra anch’essa finalizzata a dare laute indennità al direttore e ai suoi collaboratori. E intanto, però, i cittadini e le imprese continuano a pagare bollette Tarsu sempre più alte, per avere un servizio tra i più scadenti d’Italia.
d.p.
9 luglio 2007
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